Roma Capoccia
Volete conoscere davvero la città? Ecco le passeggiate in periferia
Da Corviale a Rebibbia. Grazie all'associazione di Irene Ranaldi, Ottavo Colle, anche i quartieri periferici vengono valorizzati dal punto di vista sociale e culturale
La prima è stata a Corviale. Per raccontare la storia e scoprire i segreti del Serpentone. Ma ora sono davvero tante le passeggiate urbane organizzate da Ottavo Colle (ovvero il colle che non c’è, www.ottavocolle.com), l’associazione di Irene Ranaldi, sociologa urbana che ha fatto della sua passione un mestiere. Quando ha chiuso la rivista dove lavorava come giornalista, nel 2015 ha deciso di mettere a frutto studi e dottorato di ricerca fondando Ottavo Colle, che si propone di valorizzare il territorio dal punto di vista sociale e culturale. Venendo anche incontro a un desiderio di molti: quello di conoscere le periferie della città, con percorsi che mettono insieme storia, architettura, letteratura, poesia, musica, film, serie tv e fumetti. Già, perché nella passeggiata a Rebibbia non si può prescindere dalle storie di Zerocalcare e dall’opera di Goliarda Sapienza, scrittrice rinchiusa in quel carcere. A Testaccio si segue un filo che va da Maria Montessori a Elsa Morante fino a Gabriella Ferri. “Per chi abita in centro spesso la periferia è vista come un unico magma indistinto, degradato e pericoloso. E molti non ci hanno mai messo piede. Con noi hanno il modo di scoprire pezzi importanti della storia della città”, spiega Ranaldi. Percorsi di pedagogia urbana, si legge sul sito. “Ai miei incontri vengono tanti ragazzi, magari proprio studenti di sociologia, che vogliono toccare con mano quello che studiano sui libri. Oppure le stesse persone del quartiere che racconto, perché vogliono saperne di più del posto dove vivono”, racconta la presidente di Ottavo Colle.
Attenzione, però, quelli di Irene non sono itinerari turistici. Bisogna essere disposti all’ascolto, a prendere (e aspettare) mezzi pubblici, a camminare su percorsi scomodi, lasciandosi guidare dal racconto e dalla curiosità per luoghi e persone. E così ecco l’itinerario sul tram 19, da Prati a Centocelle, con varie fermate in luoghi d’interesse; la passeggiata al Mandrione sulle tracce del lavoro di recupero dell’Acquedotto Felice da parte di don Roberto Sardelli; il giro a Torpignattara con sosta per degustare street food e visita alle sartorie indiane. E ancora: la passeggiata sull’archeologia industriale tra Testaccio e Ostiense; quella al Villaggio Breda, storico borgo operaio; la camminata a Monte Sacro e alla Fonte dell’Acqua Sacra. Il prossimo appuntamento (il 15 ottobre) sarà a Campo Marzio per il centenario della nascita di Italo Calvino, che qui visse. Ma Ranaldi organizza anche corsi di formazione, come quello che partirà domenica, La periferia al centro: laboratorio di sociologia urbana, appuntamento in tre parti per raccontare la storia e l’evoluzione delle periferie romane, allo Spazio Sette.
Luoghi in molti casi attaccati dalla gentrificazione, ovvero lo spostamento delle classi medio borghesi in zone più popolari, a causa dell’aumento del costo degli immobili in centro. E le classi popolari costrette a spostarsi ancora più lontano. Un esempio è il suo rione, Testaccio: nato come quartiere operaio, ora è abitato dall’alta borghesia progressista. “Non si può parlare di fenomeno positivo, tutt’altro, perché spesso i nuovi abitanti portano con sé anche un aumento dei prezzi delle case e dei beni di consumo, dal market al ristorante. Va meglio quando si crea un giusto mix tra nuovi arrivati e vecchi residenti, dando vita una mescolanza sociale che può portare a un arricchimento culturale o alla riqualificazione di zone prima degradate”, spiega Ranaldi. Il tema è oggetto anche del suo ultimo libro: Gentrification, guida semiseria a un fenomeno urbano (Tab edizioni). Altri quartieri storicamente gentrificati sono Trastevere, Monti, San Saba. Più di recente Pigneto e Centocelle. Discorso diverso per piazza Vittorio, che nasce come rione borghese, e San Lorenzo, diventato una sorta di ghetto per studenti. Solo colpa del mercato immobiliare? “No, sul fenomeno incidono diversi fattori: certe politiche neoliberiste dove si lascia decidere tutto al mercato, ma pure la mancanza di pianificazione del Campidoglio sulle politiche abitative”, dice Ranaldi. Una zona interessante da tenere sott’occhio? “Sicuramento Ostiense, hub anche culturale in grande fermento e trasformazione. Solo tra qualche anno sapremo se in meglio o in peggio…”.