(foto LaPresse)

roma capoccia

Governo e Campidoglio si affrontano a distanza sul dilagare dei tavolini da bar

Marianna Rizzini

Sono un'eredità dell'epoca del Covid. Ma adesso sui dehors s'accende una diatriba tra il Comune e l'esecutivo

C’era una volta il tavolino esterno del bar "benedetto" dal Covid (nel senso dell’allentamento delle maglie anti-sconfinamento causa pandemia). Erano anzi stati salutati come una liberazione, nell’insofferenza da zona gialla, gli strapuntini, le sedie, le panche, il desco da marciapiede del bistrot. Ma l’emergenza è finita da tempo, e in città, dal centro alla periferia, dilagano oltre ogni limite i dehors, oggi anche dehors della discordia tra governo e Campidoglio, con contorno di protesta dei comitati di quartiere che sabato manifesteranno in Piazza Mastai al grido di “no all’iperturismo”. Il partito della premier Giorgia Meloni, però, ha portato in Parlamento, attraverso il ddl Concorrenza, la proroga di un anno delle occupazioni di suolo pubblico concesse durante l’emergenza Covid (dal Senato il provvedimento deve ora passare al vaglio della Camera), proprio mentre il Campidoglio predisponeva il nuovo regolamento per lo spazio pubblico per le attività di somministrazione di cibo e bevande, messo a punto dal dipartimento Commercio, con previsione di un taglio consistente per gli spazi esterni. E ieri il sindaco Roberto Gualtieri sottolineava il disappunto: “Non condividiamo la nuova proroga adottata da parte del governo per maggiori occupazioni di suolo pubblico destinate ai tavolini di bar e ristoranti, la disciplina Covid è terminata a marzo”.

 

Quanto al nuovo regolamento, illustrato ieri dall’assessora al Commercio Monica Lucarelli, il calcolo di suolo che potrà essere autorizzato sarà calcolato sulla somma delle superfici interne destinate alla somministrazione, alle cucine e ai servizi igienici: “Abbiamo fatto questo ragionamento per evitare di penalizzare chi investe su grandi cucine e servizi”, ha detto Lucarelli, “magari favorendo anche l’inclusione con bagni per i disabili più ampi”. Altra novità: gli esercenti che fino all’80 per cento insistono sulla stessa piazza o strada “potranno presentare un progetto condiviso e potranno avere fino al 20 per cento della superficie concedibile”, formula che guarda al centro storico. Disciplinate le pedane: non sarà consentito sistemarle nell’area del sito Unesco, mentre nelle altre zone saranno autorizzate “soltanto dove il marciapiede non ha un’ampiezza disponibile per i tavolini e la pedana non intralcia la circolazione”. Non saranno rivisti invece i costi di occupazione di suolo pubblico. Il nuovo regolamento, approvato in giunta, dovrà essere ora vagliato in Aula, in attesa del secondo atto parlamentare. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.