Pizza e kebab alla sbarra

Comitati di quartiere e Campidoglio alla “guerra” dello street food

I cittadini chiedono la proroga della delibera che vieta nuove aperture di gelatierie, pizzerie e altre attività di somministrazione nell'area Unesco. L'attuale divieto scade il 31 dicembre

 La Racv, rete di associazioni per una città vivibile, comitati di quartiere e associazioni di cittadini, da mesi teme “una nuova invasione di food in area Unesco”. Ieri, con una nota, ha lanciato l’allarme per “la mancata proroga del regime transitorio per il divieto di apertura di attività di artigianato alimentare nel sito Unesco”. E chiede “il prolungamento del regime che fino al 31 dicembre vieta l’apertura o il trasferimento di attività di artigianato alimentare (paninerie, kebabberie, gelaterie, pizza a taglio) nel sito Unesco”. “Vogliamo risposte”, dice Simonetta Marcellini, del Comitato Vivere Trastevere: “In mancanza di una proroga, già all’inizio dell’anno prossimo il centro storico di Roma, già saturo, sarà invaso da ogni tipo di attività alimentare da asporto. Qual è la visione dell’amministrazione? Se si vuole trasformare Roma in un parco dei balocchi, ce lo dicano chiaramente. Che cos’altro dobbiamo fare, legarci sotto al Campidoglio?”.

 

In particolare, i comitati interpellano il presidente della Commissione Attività produttive e consigliere Pd Andrea Alemanni e l’assessore alle Attività produttive e alle Pari Opportunità Monica Lucarelli. Che così risponde al j’accuse: “Il mio assessorato si è sempre posto in ascolto delle istanze dei comitati dei residenti, incontrandoli più volte”, dice Lucarelli: “La delibera dell’assemblea Capitolina, approvata a fine maggio, prevede lo sblocco delle aperture dei laboratori artigianali dal 1 gennaio 2024. La scelta è stata confermata dalla valutazione degli indici di saturazione, aggiornata a ottobre 2023. Questi dati dicono che il numero dei laboratori artigianali è diminuito nella città storica del 37 per cento, quindi una chiusura indiscriminata non è più giustificata e creerebbe rendite di posizione per chi oggi è in possesso di licenze, limitando la concorrenza”. L’obiettivo della maggioranza capitolina, dice Lucarelli, “è stata la salvaguardia del decoro e della qualità, motivo per cui il nuovo regolamento introduce criteri che disincentivano l’apertura di attività mordi e fuggi, come ad esempio l’obbligo del bagno se si vuole consentire il consumo sul posto e l’ampiezza minima di 80mq del locale per trasferimenti e nuove aperture. Monitoreremo con attenzione le nuove aperture per evitare che gli indici di saturazione siano fuori dal parametro consentito. Qualora vi fosse un nuovo aumento delle percentuali saremo a disposizione dell’assemblea per un nuovo provvedimento di blocco”.