Roma Capoccia
"Roma città 30 all'ora? Irrealizzabile con Gualtieri". Parla Massimiliano Fuksas
"La capitale è una città estremamente difficile da gestire. Per farlo bisognerebbe ricorrere all’utilizzo delle teorie del caos e trovo che in questa amministrazione ci sia tanto caos e poca teoria", dice l'archistar al Foglio
"Un progetto come quello di Bologna, a 30 all'ora, è impossibile da realizzare a Roma nel prossimo futuro". Lo dice l'architetto, anzi l'archistar, Massimiliano Fuksas a proposito delle intenzioni di Roberto Gualtieri di introdurre anche nella capitale, come nel capoluogo emiliano, il limite dei 30 all’ora sulle strade: "Sindaco? A Roma c'è un sindaco?", si chiede.
Ce lo ricordiamo: a marzo dell’anno scorso Gualtieri ha detto che entro la fine del suo mandato il 70 per cento delle strade avrà come limite i 30 chilometri orari. Al momento il progetto non è ancora ben definito, anzi: "I problemi sono due: non è chiaro da dove inizia e da dove finisce questa zona con il limite ridotto e non c’è nessun controllo che questo limite venga effettivamente rispettato", dice al Foglio Fuksas. Progetti come quello partito a Bologna hanno bisogno, sempre secondo l'architetto, di "un livello di consulenza molto alto" e "un apparato organizzativo che metta in funzione un efficace sistema di controlli". E su queste cose "non si deve scherzare".
La città ora vive diverse contraddizioni. Ne citiamo due: una è in via Cristoforo Colombo, dove è stato imposto il limite dei 30 in un rettilineo di 27 chilometri. L’altra è in via Salaria, dove anche lì è imposto di marciare non oltre i 30, mentre nelle sue corsie di decelerazione per entrare negli svincoli questo limite paradossalmente si alza a 40. Sembra quasi – scherziamo con Fuskas – che l’amministrazione, più che per una nuova concezione di città, imponga limiti bassi per evitare che chi cade a causa delle buche si faccia troppo male: "Una battuta che però mi sembra appropriata!", dice ridendo. "Potrei farle la mappa delle buche di Roma, ma intanto gliene segnalo due da evitare: una in Vicolo del Cefalo, una davanti al Senato".
"Roma è una città estremamente difficile da gestire. E non è sempre una questione di 'sindaco bravo o sindaco cattivo'. È una città atipica e complessa da governare. Per farlo bisognerebbe ricorrere all’utilizzo delle teorie del caos, quelle scoperte da Edward Lorenz negli anni Sessanta. Io sono un po’ teorizzatore delle teorie del caos e trovo che in questa amministrazione ci sia tanto caos e poca teoria", continua. Il progetto di Roma città 30, per il momento, resta impossibile secondo Fuksas. I punti fermi per lui sono due: una definizione precisa di dove estendere quest’area a velocità ridotta e un apparato di controlli: "Va messo in funzione tutto il sistema sanzionatorio, c’è bisogno di qualcuno che ti dica che non puoi entrare in certe zone. E poi servono che la metropolitana e il servizio pubblico di superficie siano efficienti. La gente altrimenti si ritrova a intasare le strade con i motorini, che sono troppi e troppo inquinanti. E per il semplice motivo che non hanno alternative". Fuksas non dà consigli, ma avvisa il sindaco che mettere mano alla mobilità di Roma "è cosa estremamente seria e complessa. Non si può improvvisare, ci si deve affidare a specialisti e controllare che le regole vengano rispettate. Si deve cambiare tanto e per farlo serve tanto tempo".