Stallo congressuale
Fratelli d'Italia alla scelta del segretario romano, tra Rampelli e Meloni
Come si arriverà al congresso romano di FdI? Al momento è uno stallo alla messicana. Qualcuno tra la maggioranza meloniana e quella rampelliana la spunterà: o si tratta o ci si conta
C’è una data che aleggia, ufficiosamente, attorno al mese di marzo, per il congresso romano di Fratelli d’Italia, rimandato già una volta (doveva essere a gennaio). C’è anche un luogo, anzi ce ne sono due: la Fiera di Roma, ma anche il posto-icona della sinistra capitolina, l’Auditorium di Renzo Piano, orgoglio dei più felici tempi veltroniani, una scelta che saprebbe di Nemesi (o addirittura di profanazione) per chi considera la destra al governo troppo aggettante sul mondo della cultura.
Ci sono anche dei nomi — nomi che riflettono la composizione del partito della premier, a Roma molto legato, anche numericamente, all’ideologo e cofondatore dello stesso Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e pilastro storico di Colle Oppio. E tra i nomi dell’universo rampelliano c’è Massimo Milani, deputato ed ex responsabile romano di FdI, poi “commissariato” (con Giovanni Donzelli) per volere dalla premier Giorgia Meloni, ai tempi delle regionali nel Lazio. E c’è Andrea De Priamo, senatore per così dire diversamente rampelliano: detto “Peo” per la vecchia consuetudine dei militanti dell’allora Msi di affibbiarsi a vicenda un soprannome (modello “Goonies” o modello Bambini Perduti sull’Isola-che non c’è), De Priamo è l’ex militante che per primo accolse Meloni nella sezione Garbatella (lei in tutina rosa, lui con un giubbotto di pelle).
Ci sono anche carte coperte: in un primo momento, qualche mese fa, si pensava a Rampelli stesso (ma lui finora ha negato). Ora, tra le carte semi-coperte, eventuali candidature, c’è Marco Scurria, senatore, già eurodeputato; Gianni Ottaviano, già consigliere municipale, capo segreteria dell’assessore regionale Fabrizio Ghera, e Lavinia Mennuni, senatrice ed ex consigliere comunale con focus sul tema famiglia, con buoni rapporti Oltretevere e nell’elettorato upper class. Sul lato meloniano campeggia la figura solitaria del deputato Marco Perissa, in quota “generazione Atreju”, già responsabile di Azione giovani. Come si arriverà al congresso? Al momento ci si trova in una situazione da stallo messicano: la maggioranza meloniana – maggioranza a livello nazionale – non può imporre su due piedi un candidato per Roma, ché i rampelliani, molto forti sul territorio (numericamente e per conoscenza della città), partono con un nutrito pacchetto di nomi (e consensi) da mettere sul tavolo. O si tratta o ci si conta, potrebbe essere il concetto. E se ci si conta non si sa mai come può andare a finire.