Roma Capoccia

Che pasticcio! Addio anche ai mondiali di atletica nel 2027

Gianluca De Rosa

La Fidal ritira la candidatura di Roma e accusa il governo di non aver trovato i fondi. L'assessore allo sport del Campidoglio Onorato: “Meloni come Raggi”

 La Fidal attacca il governo, il governo attacca la Fidal, l’assessore allo Sport del Campidoglio Alessandro Onorato se la prende con il ministro Andrea Abodi che contrattacca. Intanto, solo una cosa è certa, il pasticcio è grosso. La capitale ha appena incassato l’ennesima batosta. Se non era bastata la sconfitta nella corsa a Expo 2030, la mancata vittoria per ospitare la sede europea dell’autorità antiriciclaggio, ecco subito una nuova sconfitta per Roma: l’addio ai mondiali di atletica del 2027 (dopo gli europei che si svolgeranno quest’anno). Questa volta la corsa non è nemmeno cominciata. La Fidal, la federazione italiana di atletica leggera, in mattinata verga un comunicato che non lascia spazio a grandi interpretazione: “Con una lettera trasmessa al presidente di World Athletics, Sebastian Coe, la Fidal  ha comunicato il ritiro della candidatura di Roma quale sede dei campionati del mondo del 2027. La decisione è conseguente alla presa d’atto dell’assenza dei requisiti minimi per partecipare al confronto”.

 

E’ il giorno in cui la commissione del World Athletics doveva scegliere tra Roma, Pechino e Istambul. Nel riferimento “all’assenza dei requisiti minimi” è addensata tutta la dura accusa della federazione al governo: la candidatura era pronta, ma l’esecutivo non ha previsto gli 85 milioni richiesti (su un budget di 130) che servivano per garantire alla candidatura la solidità finanziaria necessaria a organizzare l’evento. Il presidente della federazione, Stefano Mei, aveva atteso fino a martedì sera, l’ultimo consiglio dei ministri utile per inserire nella lettera di garanzia da allegare alla candidatura le necessarie coperture finanziarie. Così non è stato, la conseguenza è stata la rinuncia. 


L’altra missiva, quella con cui è stato annunciato il ritiro, non è un dettaglio, non è stata inviata per conoscenza al ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha scoperto della rinuncia dalle agenzie. Segno evidente di uno scontro tra il ministero e la federazione. Un braccio di ferro tra il ministro di FdI  Abodi e il presidente della Fidal Stefano Mei, considerato vicino alla Lega, che era cominciato già sabato quando Mei aveva dichiarato: “Noi il nostro l’abbiamo fatto, ora dipende tutto dal governo e dalla voglia che avrà di sostenerci economicamente”. Una posizione che aveva infastidito Palazzo Chigi, perché era stata letta come una mancanza di cooperazione, come segno di scarsa volontà di venirsi incontro. L’idea del governo infatti, almeno a parole, era garantire le risorse successivamente. Ma il risultato è stato un pasticcio.

 

Inevitabile quindi che  Alessandro Onorato, assessore allo Sport del comune, attacchi subito il governo: “Meloni come la Raggi con il no alle Olimpiadi. Una scelta ancora più grave perché viene da una presidente del Consiglio e da un ministro dello Sport che sono romani e sanno bene quanto la nostra città sarebbe stata pronta. Il governo Meloni sostiene economicamente le Olimpiadi invernali a Milano, l’Universiadi a Napoli, i Giochi del Mediterraneo a Taranto e le Atp Finals a Torino. In sintesi ha girato le spalle solo a Roma”.
Nel tardo pomeriggio finalmente il ministro Abodi fa filtrare la sua versione dei fatti. “Il governo – dice – ha fatto tutto il possibile per sostenere la candidatura, anche chiedendo a novembre dello scorso anno alla Fidal di predisporre un business plan, documento che forse sarebbe servito ben prima, ma è stato presentato solo il 24 gennaio. Con tutta la buona volontà, in una fase così delicata per il nostro paese, è risultato impossibile trovare le garanzie pubbliche necessarie per la copertura degli 85 milioni di euro richiesti”. Insomma, la colpa della candidatura saltata sarebbe di Mei e della Fidal che non avrebbero tempestivamente richiesto le risorse, rendendo di fatto impossibile per il governo lo stanziamento.  “Questo – prosegue Abodi – era il significato della lettera di supporto alla candidatura che ho firmato in stretto coordinamento con il Mef, con la quale il governo richiamava l’esigenza di un ulteriore passaggio parlamentare per giungere alla formalizzazione di tutte le garanzie finanziarie richieste dalla World Athletics”. Una dichiarazione in cui viene citato anche il Mef che svela ancora meglio la natura del pasticcio. Il governo infatti avrebbe stanziato le risorse ma attendendo il veicolo normativo  giusto, saltata la possibilità (per errore del ministro o della Fidal questo nessuno lo sa) di inserire la garanzia nel decreto Milleproroghe.


Abodi cerca di replicare anche a Onorato:  “Non ha mai manifestato il profilo economico dell’appoggio alla candidatura di Roma per i Mondiali del 2027 e per di più, a 100 giorni dall’inizio degli Europei di atletica leggera, non ha fatto formalmente sapere quale sarà il contributo di Roma Capitale per l’evento”. Intanto anche dai centristi arrivano gli attacchi all’esecutivo.  ”Il governo deve dare spiegazioni immediate”, dice il consigliere capitolino di Azione Francesco Carpano. Mentre  il consiglere regionale di Italia viva Luciano Nobili sostiene: “Questo pasticcio dopo quello sulla pista di bob delle Olimpiadi invernali evidenzia che in Italia manca una cabina di regia sui grandi eventi sportivi, bisogna intervenire al più presto”.