Roma Capoccia
A Roma si prospetta un'estate da incubo: no tram, treni e stazioni metro
Via per cinque mesi le linee 2, 3, 5, 8 e 14 del tram. Chiudono anche le fermate metro di Spagna e Ottaviano e pure alcune linee dei treni locali saranno sospese
Alcune notizie sembrano fake news per quanto sembrano assurde. Ma i romani che prendono i mezzi pubblici ormai hanno imparato ad aspettarsi di tutto. “Abbiamo visto cose che voi umani…”. Così capita che per tutta l’estate i tram scompariranno dalla circolazione. Zero. Pùf. Spariti come il coniglio sotto il cilindro del mago Silvan. Il motivo? Da qui al Giubileo (2025) dovranno arrivare in città 121 nuovi mezzi elettrici, ma il deposito di Porta Maggiore non è attrezzato a contenerli. Va ampliato, ma senza deposito operativo, non si sa dove parcheggiare i mezzi. E così da maggio a metà ottobre niente più tram in città: 2, 3, 5, 8, 14 e 19 sono le linee che per oltre cinque mesi spariranno dai radar, lasciando nei guai grosse fette di popolazione. Pensiamo al 19, che da Centocelle, passando per Torpignattara e Pigneto, porta in centro centinaia di cittadini. O il 14, che parte dalla Togliatti, fa tutta la Prenestina e arriva a Porta Maggiore. L’8, poi, è un capitolo dolente. Fino a due anni fa il tram 8, che da Via del Casaletto percorre la Gianicolense fino a piazza Venezia, passando per Trastevere e Via Arenula, era uno dei mezzi migliori della città. Magari sferragliava un po’ troppo, a volte deragliava dai binari, forse anche per l’eccessiva velocità dei guidatori, ma funzionava. Poi il Campidoglio ha deciso di rifare i binari e l’8 è rimasto inattivo da luglio 2022: al suo posto i soliti, inadeguati, bus sostitutivi. Ora il servizio è ripreso, ma è molto lento. “Prima era una scheggia, ora è una lumaca”, si lamentano gli utenti. E ora s’interromperà di nuovo, poiché il rifacimento dei binari è incompleto: manca il tratto finale.
Altro servizio a sparire completamente sarà il treno Roma-Viterbo FL3. Dal 14 giugno al 10 settembre “per importanti lavori di ammodernamento dei binari” sarà sospesa la linea da Cesano fino a Viterbo, lasciando a piedi i pendolari da Tuscia, Anguillara e Bracciano. Questa volta, però, il Campidoglio non c’entra: la decisione è di Rfi, che ha la responsabilità della tratta. “Ci obbligano a prendere l’auto e sarà un inferno. Senza considerare poi che qualcuno l’automobile nemmeno ce l’ha…”, si legge tra i commenti inferociti sulla pagina Facebook “Pendolari Roma Nord”. Pure la Roma Nord-Viterbo che parte da piazzale Flaminio non se la passa bene. Secondo il rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente, insieme alla Metromare (l’ex Roma-Lido), è la ferrovia peggiore d’Italia. Nel report si parla di “lunghe ed estenuanti attese in banchina” e “sovraffollamento sui pochi treni a disposizione”. Ora sono partiti lavori di ristrutturazione che però obbligheranno alla chiusura alle 21. Anche la Roma-Lido, caratterizzata da “salti di corse, stop al servizio e degrado”, dal 5 marzo per due interi anni chiuderà in anticipo.
Infine, la metropolitana. La Linea A per Natale aveva ripreso a funzionare fino alle 23.30, dopo circa un anno di chiusura anticipata. Se avete gioito per la notizia, rimettevi il cuore in pace: a breve il servizio terminerà di nuovo alle 21, mentre per l’intera estate, per la gioia dei turisti, chiuderanno i battenti due delle fermate principali: Spagna (80 giorni) e Ottaviano (50). Le due stazioni verranno rifatte, così da evitare anche le infiltrazioni d’acqua (è noto che in molte stazioni metro ci piove dentro), in parte a carico di privati, che poi potranno sfruttare gli spazi pubblicitari e i ledwall. Anche Cipro e San Giovanni saranno ammodernate, ma non sarà necessaria la chiusura. L’investimento per le 4 stazioni è di 235 milioni. Il problema è che non è la prima volta: la prima chiusura della A alle 21 risale al 2006, per circa due anni. Poi il disagio si è ripetuto molte volte nel corso degli anni, fino ai giorni nostri. Quindi le altre volte a cosa è servito?
Le metro B e C hanno invece il problema dei pochi mezzi a disposizione: sulla B circolano 16 treni e si vorrebbe arrivare a 21 entro fine anno, mentre sulla C viaggiano solo 9 treni, con tempi di attesa infiniti. “Se sulla banchina si aspettano più di 10 minuti il disservizio è totale”, fa notare un tecnico Atac. Su B e C si può arrivare anche a 20.