Roma Capoccia
Artisti contro Zinga. Continua la protesta contro il trasloco dell'Officina Pasolini
Il cantautore Daniele Silvestri chiama l'adunata davanti alla Farnesina per protestare contro il ministero che vuole spostare i laboratori e il teatro. Arriva anche il governatore di FdI Francesco Rocca: "Accordo sciagurato, proveremo a fermarlo"
A mettersi contro gli artisti si rischia di avere torto anche quando si ha ragione. Devono aver pensato qualcosa del genere i tanti politici che ieri alle 15 si sono precipitati di fronte alla Farnesina per aderire alla protesta annunciata dal cantautore romano Daniele Silvestri contro il trasloco forzato (nella palazzina accanto) dell’Officina Pasolini, il laboratorio di teatro e canzone che sorge nel complesso ex Civis, proprio di fronte al ministero degli Esteri. E così accanto a Rocco Papaleo, Marisa Laurito, Luca Barbarossa e gli altri vip e studenti che hanno risposto all’adunata di Silvestri, ecco arrivare i parlamentari Pd Matteo Orfini e Francesco Verducci, il presidente dell’VIII Municipio Amedeo Ciaccheri e i consiglieri regionali Luciano Nobili (Italia viva) e Claudio Marotta (Verdi e sinistra). “Fermeremo questo scempio!”. Alla fine arriva persino il governatore di FdI Francesco Rocca: "E' un accordo sciagurato, proveremo a fermarlo".
Agli esponenti del Pd però la questione potrebbe generare un certo imbarazzo. Al centro della protesta c’è un accordo sottoscritto nel 2017 dall’allora governatore Pd Nicola Zingaretti e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio con Sport e Salute, l’ex Coni servizi. Prevedeva la consegna al ministero della palazzina A del complesso, finora dato in uso gratuito all’agenzia regionale per il diritto allo studio. Qui dal 2016 (grazie a 1,6 milioni stanziati proprio da Zingaretti) sorgono i laboratori dell’Officina Paolini (e, con dei lavori, sarebbe stato possibile avere uno studentato da 300 posti). Il motivo è semplice: il ministero vuole spostarci l’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo. Ma l’accordo non prevede di lasciare la scuola d’arti senza casa. In cambio un pezzo dell’altra palazzina che fa parte del complesso ospiterà i laboratori. Tanto che a questo giornale, alcune settimane fa, fu proprio Zingaretti a spiegare: “L’Officina Pasolini sarà spostata, non chiuderà”.
Silvestri però non è convinto. Due giorni fa ha replicato direttamente al Pd: “Avete sbagliato, sarebbe più dignitoso ammetterlo”. Al Foglio spiega il suo punto di vista: “L’unica cosa buona del documento sottoscritto da Zingaretti è che non possono mandare via nessuno prima della fine dei lavori. Per il resto, se non si rivede l’accordo, si ridurranno gli spazi dei laboratori, non ci sarà lo studentato e si perderà il teatro De Filippo, che si chiama così proprio perché qui insegnò Eduardo, ma c’è passato anche Grotowski e altri artisti d’avanguardia. Ha un’acustica perfetta ed è incredibilmente versatile, non può essere distrutto. Speriamo che il sindaco Gualtieri e il governatore Rocca ci diano una mano”.