Verso il voto di giugno
Le candidature per le Europee agitano il Pd romano
Numeri, nomi ed ex correnti. I nomi possibili al momento sono più dei posti che potrebbero effettivamente andare ai dem in base al responso delle urne
Si fanno i conti, a Roma, nel Pd. Ma stavolta non nel senso del Bilancio. Si conta a ritroso e in prospettiva, in vista delle Europee di giugno, e ricordando la precedente consultazione per il Parlamento di Strasburgo del 2019. E non ci si nasconde, tra i dem romani, che il 2019 è una sorta di chimera perduta: il Pd totalizzava infatti allora il 22,74 per cento dei voti, con il 26,8 per cento e quattro eletti nell’Italia centrale (Toscana-Lazio-Marche-Umbria), la circoscrizione che interessa a chi, in questi giorni, scruta le scrivanie del Nazareno con ansia: quale sarà la decisione finale del vertice schleiniano sulle liste, ci si domanda, considerato il fatto che i sondaggi al momento danno il Pd attorno al 20 per cento a livello nazionale, cosa che lascia molta incertezza sul numero dei possibili nuovi eurodeputati dem nella stessa circoscrizione centrale?
Nel dubbio, questo il ragionamento, la rosa potrebbe avere fin troppi petali e la poltrona per uno diventare per due, per tre, addirittura per quattro, nel senso che i nomi possibili al momento sono più dei posti che potrebbero effettivamente andare al Pd in base al responso delle urne. Non solo. A Roma l’area pd che ha come punto di riferimento Claudio Mancini, deputato vicinissimo al sindaco Roberto Gualtieri, guarda al sindaco di Pesaro Matteo Ricci come candidato ideale, ma nel partito locale ci sono almeno altre due o tre partite: quella dell’ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti, in campo ormai in via semi-ufficiale dopo vari tentennamenti (forse apparenti?) e con investitura della segreteria dem, e quella di Dario Nardella, sindaco di Firenze, già sostenitore, al congresso, della mozione Bonaccini, e candidato nel Centro con sostegno romano dell’ex area Franceschini. E se tra i nomi femminili, oltre a quello della segretaria Elly Schlein, ricorre quello della già eurodeputata Camilla Laureti, c’è un altro nome maschile che carsicamente compare negli schemi e controschemi dem: quello di Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire. Tutte possibili candidature a loro modo forti: troppo e troppe? Sempre nel dubbio, l’area vicina al deputato Mancini riflette sulle due “punte” Ricci e Zingaretti: chi “peserebbe” di più in termini di futuri equilibri nel partito, se si guarda alla città dove Gualtieri non disdegnerebbe un secondo mandato, e chi sarà l’ago della bilancia?