Vintage Market Roma - foto via Getty Images

Roma Capoccia

Anche Roma ha il suo Vintage Market (come Londra e Berlino) 

Gianluca Roselli

In un ex deposito Atac a San Paolo un mercato di abbigliamento, artigianato, modernariato, libri e illustrazioni. Al Foglio parla l'ideatrice Angela Sessa

Finalmente sembra aver trovato casa il Vintage Market Roma. Questo mercato è la cosa che in città più si avvicina ai mercatini vintage più famosi delle capitali europee. E infatti prende spunto proprio da quello londinese di Brick Lane. “Io e la mia socia abbiamo passato qualche mese nella capitale inglese e ci siamo innamorate di Brick Lane. A Roma non c’era niente di simile e ci siamo dette: perché no?”. A parlare è Angela Sessa, ideatrice, insieme a Martina Fiori, del Roma Vintage Market che, nato nel 2008, da qualche anno è un brand itinerante nella capitale. Un mercato di abbigliamento vintage ma non solo: c’è artigianato, arte, modernariato, libri, illustrazioni, oggettistica particolare, cosmesi bio, piante, e altro ancora. Da un paio di mesi la nuova location è un ex deposito Atac dietro la basilica di San Paolo fuori le mura. Domenica scorsa è andato in scena il secondo appuntamento. “Ne facciamo solo uno al mese perché la manifestazione dev’essere percepita come un evento, se fosse tutte le settimane non sarebbe la stessa cosa…”, spiega Angela.
 

Lei e Martina erano due dipendenti del Circolo degli Artisti, il mitico locale di musica live in via Casilina Vecchia chiuso ormai dal 2015. Il primo mercatino vintage lo misero su proprio al Circolo, una domenica al mese. Dopo la chiusura, si misero a bussare alla porta di altri locali, per poi capire che la sede più adatta sono proprio gli spazi urbani da riutilizzare. Così in questi anni il Vintage Market è stato organizzato alle Ex Caserme di via Guido Reni, all’ex Dogana a San Lorenzo, al Prati Bus District (ex deposito Atac) e, per 4 anni, a piazza Ragusa. E ora la nuova sede, un ex deposito Atac, in via Alessandro Severo 48. “Qui ci piace molto: è un luogo grande e spazioso, e dalle vetrate s’intravedono i palazzi: fa molto mercato urbano contemporaneo”, osserva Angela Sessa. La parte abbigliamento vintage è importante e molto affollata. Un’intera ala del deposito è dedicata al cibo, con stand alimentari per pranzare su tavoloni di legno, in comunità con gli altri. Poi ci sono anche le “apette” che propongono street food. E alle 17 su un palco partono i “live”, con i gruppi musicali dal vivo con la supervisione di “Indiepanchine”. “Non accettiamo tutti, gli aspiranti espositori si propongono e noi valutiamo se i loro prodotti si adattano al nostro progetto”, spiegano le organizzatrici. Un esempio? Antiquariato no, modernariato sì. Non sono Porta Portese e nemmeno Borghetto Flaminio. Per lo stand si pagano 200 euro più Iva per due giornate.
 

Al mattino ci sono più famiglie con bambini e persone adulte, nel pomeriggio giovani coppie e ragazzi. “Ad essere molto apprezzata è l’atmosfera, ci dicono è c’è un’aria trendy-chic ma di famiglia. Qualcuno invece si lamenta che i vestiti vintage costano troppo, ma da noi la qualità è importante: non siamo un mercato dove si comprano le camicie a 2 euro”, spiega Angela. C’è una tribù itinerante che segue il mercato da anni, che poi si mescola alla gente del quartiere in uno strano mix. “Per noi è importante la filosofia che c’è dietro, quella del rispetto per l’ambiente e del riciclo. Utilizzare antichi edifici urbani fa parte del progetto, così come acquistare vestiti e oggetti usati. E molti capi sono realizzati da giovani stilisti con gli scarti delle collezioni moda. E in più c’è la musica”, aggiungono le organizzatrici. “Poi ci piace creare connessioni: gli espositori si conoscono, diventano amici e alcuni iniziano a lavorare insieme. Così, per esempio, è nato il negozio Elvis Lives a Trastevere”, dicono.
 

Passeggiando tra gli stand ci sono rimasti impressi gli Swatch vintage, lo stand delle opere luminose di Neon Flex Mood, vasi e contenitori realizzati con i pneumatici, i giocatori del Subbuteo della Roma anni ’70, lampade fatte a mano coi tessuti e quelle orientali in argento, strane sculture luminose in acciaio. Il prossimo appuntamento è per il week end dell’11 e 12 maggio.

Di più su questi argomenti: