a roma

Il termovalorizzatore è la presenza ingombrante tra Marino, Smeriglio e Gualtieri

Marianna Rizzini

Il nuovo impianto per la gestione dei rifiuti è diventato i convitato di pietra pre Europee nel centrosinistra. I candidati di Avs puntano il dito contro il progetto, il Pd lo difende

Non è un candidato, non è un partito, eppure è onnipresente, nel centrosinistra, come convitato di pietra dei dibattiti locali che prendono vita nel cuore della campagna pre Europee: trattasi del termovalorizzatore che il sindaco dem Roberto Gualtieri fortemente vorrebbe. L’impianto, diceva Gualtieri a fine 2023, “avrà una potenza di 67,6 Megawatt, equivalente al fabbisogno energetico di duecentomila famiglie” e sarà il “meno inquinante d’Europa”, con vari effetti positivi, dalla creazione di economie di scala al conseguente abbassamento della tassa sui rifiuti. Poche le voci contrarie giunte fino ad allora, a parte quella di alcuni comitati di cittadini che ripetutamente si era fatta sentire, coadiuvata da Avs, chiedendo a Gualtieri di rinunciare ai poteri speciali da commissario speciale per il Giubileo e di aprire il dibattito pubblico sul termovalorizzatore. Poi però è arrivato, anzi è tornato, Ignazio Marino, ex sindaco chirurgo defenestrato dal suo partito di allora, il Pd, nel 2015, l’anno di Mafia Capitale.

Marino oggi si candida per il Parlamento europeo non con il Pd, ma con Avs, e dal primo giorno di campagna elettorale, circa un mese fa, ha puntato dritto dritto proprio al termovalorizzatore: secondo il candidato, l’Europa avrebbe dato indicazione di spegnere gli impianti di quel tipo entro il 2030. “Falso”, gli ha risposto Sabrina Alfonsi, assessore all’Ambiente: non esiste indicazione per la chiusura dei termovalorizzatori entro il 2030, e l’Europa ha invece lodato il nostro piano rifiuti, ha detto. Fatto sta che, negli ultimi giorni, l’esclusione dai poteri di commissario straordinario del potere di autorizzare nuovi impianti di incenerimento è stato argomento di dibattito a margine dei lavori parlamentari. Il deputato di Avs Filiberto Zaratti, infatti, che già in passato aveva, con alcuni colleghi, presentato un ordine del giorno sul tema, in nome del “confronto mancato” tra Campidoglio e cittadini ha riportato la discussione sui poteri speciali del sindaco.

Intanto però il Campidoglio, per le Europee, a parte dare il proprio appoggio al sindaco di Pesaro Matteo Ricci (e, senza grancassa, a Nicola Zingaretti e alla segretaria pd Elly Schlein), stima per così dire  dall’esterno e informalmente, in chiave anti-Marino, l’altro candidato di Avs Massimiliano Smeriglio, ex vice di Zingaretti nel Lazio ed ex eurodeputato uscito dal gruppo dem a Strasburgo senza mai far mancare a Gualtieri l’appoggio dei suoi uomini in Comune. A quale Avs credere? 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.