Roma Capoccia
Dal mare di Roma al male di Roma: il tragico declino di Ostia
L’ultima umiliazione delle tante riguarda i vigili: su 800 nuovi assunti il Campidoglio ne vuole mandare solo tre nel X Municipio. Così il lido e il suo entroterra si staccano sempre di più dalla centralità capitolina, socialmente, culturalmente, politicamente ma ora anche logisticamente
Adagiati mollemente sul litorale romano, e solo virtualmente romano, Ostia e il suo entroterra si staccano sempre di più dalla centralità capitolina. Socialmente, culturalmente, politicamente ma anche, in maniera più prosaica, logisticamente. La Roma-Lido, ora Metromare dopo il passaggio definitivo alla Regione, è linea ferroviaria mutila alle ore 21 con un intero quadrante densamente popolato tagliato fuori. Per due anni. Due. Compreso l’anno giubilare. Una tempistica mirabile e mirabilmente studiata che al solito viene risolta con il taumaturgico “eh ma quelli che c’erano prima di noi”. Lavori infrastrutturali sulla rete. Non si nega ce ne fosse necessità, anche se altri e parimenti prolungati i lidensi li hanno già subiti in recenti anni passati.
Ci sono i bus sostitutivi, dicono. Ma è noto, per elementari leggi della fisica e della inefficienza amministrativa, che i bus non sopperiscano realmente per limitata capienza. E soprattutto che essi impieghino, come tutto il trasporto su gomma, tempistiche più considerevoli dovendosi far largo su strade altamente frequentate. Ciliegina sulla torta, la serale pericolosità dei punti di raccolta dei viaggiatori a Tor di Valle e a Vitinia: in strada scarsamente illuminata, senza protezioni o coperture e alla mercè di arterie stradali tra le più pericolose di Roma. Politicamente, il triste tramonto del decentramento amministrativo, mai davvero attuato ma almeno velatamente sperimentato in precedenza, è simboleggiato dalla delega sulle spiagge che se ne è tornata a Roma. Una inversione totale nell’approccio gestionale. Dal decentramento all’iper-accentramento.
Un territorio offeso, reso popolare solo per i fatti di malavita, per il commissariamento, per la cattiva gestione, per i film e le serie televisive di genere crime in cui la parlata romanesca si sposa al racket, allo spaccio e al consumo di droga, agli incendi e agli omicidi. Bellissimo biglietto da visita, non c’è che dire. E l’interesse, anche solo vagamente simbolico, della politica per il risanamento e la riqualificazione del tessuto sociale e della immagine di questo territorio ferito e abbandonato è pari a zero. O meno di zero. Fa sempre comodo d’altronde un bacino di disagio e di anomia su cui comporre pomposi comunicati. C’è un caso, in apparenza piccino ma titanico nella sua valenza metaforica e appunto simbolica, che meglio di tante analisi spiega l’indifferenza o il senso di fastidio della amministrazione romana per questo vasto, complesso, difficile e popoloso Municipio.
Ed è il caso denunciato con vigore dal sindacalista Raffaele Paciocca, rsu della Cisl Fp e dal consigliere municipale Andrea Bozzi (Azione): si sarebbe deciso da Roma di assegnare al territorio lidense tre nuovi vigili, su quasi ottocento di quelli appena assunti. Tre, avete letto bene. Tre su un territorio che raggiunge quasi i trecentomila abitanti e che l’estate esplode in un oceano di lamiere che si riversano verso la spiaggia e di turisti e di bagnanti occasionali. Un territorio planimetricamente molto significativo, con una viabilità complicata e caotica, mille problematiche di abusivismo commerciale ed edilizio, non banali questioni ambientali. Geniale computo algebrico-pensionistico partorito dal Comando generale della polizia locale guidato da Mario De Sclavis, dove avranno pensato in chiave esoterica che tre è il numero perfetto. Tutti gli altri territori, stando sempre alle citate indiscrezioni emerse durante un tavolo sindacale, riceveranno decine e decine di nuovi agenti, con solo il X Municipio a poter vantare tale increscioso, incredibile numero.
Peccato che l’emorragia di personale sia stata costante nel corso degli anni e peccato soprattutto che se si vanno a leggere i dati delle precedenti assegnazioni si capirà come un territorio vasto e delicato, dove tanto a parole e solo a parole si è insistito sulla legalità, sia sempre stato pretermesso. Il presidente del Municipio, Mario Falconi, è stato raggiunto e sensibilizzato anche su questa vicenda, affinché rappresenti a Roma e al sindaco Roberto Gualtieri, facendo se necessario la voce grossa, la assoluta necessità di non essere umiliati in questo modo e che quel numero sia aumentato, e non di poco. Ne va della dignità del X Municipio e dei suoi abitanti.