Roma Capoccia
Gli esiti delle europee a Roma ancora non ci sono
Nessuna notizia delle 78 sezioni mancanti. E’ ancora un mistero il perché non abbia funzionato il sistema informatico. Nella commissione di Gualtieri due dirigenti del comune dovrebbero giudicare il loro stesso operato
Nessuna notizia dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello. E neppure da quello presso la Cassazione. In Prefettura? Non sanno nulla. Al Viminale? Nemmeno. In comune? Ma figuriamoci. Intanto Marco Tarquinio (lo racconta Marianna Rizzini nella colonna sinistra di questa pagina) si è già iscritto al gruppo dei socialisti e democratici di Strasburgo. Come si legge sul portale elettorale del ministero dell’Interno, Eligendo, però: “Il riparto dei seggi operato su questa piattaforma è da ritenersi ufficioso e provvisorio anche per la mancanza dei risultati di 78 sezioni della Circoscrizione III”. Insomma, mancando 78 sezioni della capitale, ci sono ancora un numero di voti da scrutinare sufficiente a colmare le meno di due mila preferenze che separano l’ex sottosegretaria Alessia Morani dall’ex direttore di Avvenire. E’ improbabile, ma non impossibile che sia lei e non Tarquinio la quinta eletta del Pd in Europa. E infatti Morani è pronta a fare ricorso e a chiedere i verbali elettorali.
Un enorme pasticcio. La colpa, ormai è noto, è del sistema informatico di Roma Capitale con il quale, in via ufficiosa, e prima delle verifiche di Corti d’appello e Cassazione, normalmente i presidenti di sezione comunicano i risultati elettorali per garantire ai cittadini un’informazione tempestiva. Il sistema però è andato in crash, costringendo prima scrutatori e presidenti a rimanere nelle scuole fino alle 4 di notte, e poi il comune a istituire una task force per l’inserimento dei dati alla Fiera di Roma. Ciononostante, per 78 seggi è stato impossibile reperire i dati. Come ha raccontato per primo questo giornale, il responsabile dei servizi digitali del comune, il direttore generale Paolo Aielli, durante il voto, era in ferie e, nonostante il caos, c’è rimasto.Una settimana fa il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di istituire una commissione d’indagine che a ore dovrebbe fornire al sindaco un primo report. Peccato che quella stessa commissione sia formata oltre che dal dirigente di Agenzia per l’Italia digitale Luca Ventura, anche da due dirigenti apicali del comune: il capo delle risorse umane Angelo Ottavianelli e il vicesegretario generale Gianluca Viggiano. Insomma i due vertici dell’amministrazione dovranno giudicare se l’amministrazione medesima si è comportata bene, provvedendo a fare tutto quel che era necessario per far funzionare il sistema. Un simil processo in cui giudicati e giudici rischiano pericolosamente di coincidere. Anche perché, riferiscono al Foglio fonti dell’amministrazione capitolina, i test sul sistema informatico – che è stato usato per la prima volta durante le europee – sono stati fatti, ma su un campione meno numeroso di quanto era avvenuto in passato con i precedenti sistemi.
Intanto tra ieri e l’altro ieri si sono svolte due commissioni capitoline per cercare di chiarire l’accaduto. “Due ministeri, la Difesa e l’Interno, hanno cercato di buttare la croce su Roma, sono stati irritanti e infidi, ma gli si è ritorta contro”, ha detto l’assessore ai servizi al territorio Andrea Catarci che ha lasciato intendere di alcuni ritardi, in particolare del ministero della Difesa. La risposta è arrivata poco dopo dal gruppo capitolino di FdI: “La pessima figura fatta da Roma Capitale ha un solo responsabile, il mal governo della città, c’è una responsabilità politica che non potrà essere negata, i tentativi di gettare le colpe sul governo dell’assessore Catarci sono patetici”.