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Roma Capoccia

La sinistra esulta nel Lazio, e a destra (Tivoli a parte) partono i j'accuse reciproci

Marianna Rizzini

Sei città su sette: al secondo turno di voto il Pd vince tre comuni dov’era opposizione, mentre a destra è partita la resa dei conti sotterranea tra FdI e Forza Italia. L'eccezione è Tivoli, dove i cittadini hanno premiato l'impegno del loro conterraneo, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. Una mappa

Sei città su sette al centrosinistra, e molte polemiche nel fronte opposto, dove, con l’eccezione di Tivoli, cittadina natale del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (vinta dalla destra), la mancata affermazione in alcuni luoghi chiave del territorio laziale ha sollevato la preoccupazione di chi, in FdI, teme uno sbilanciamento dei rapporti di forza interni. E se il Pd vince tre comuni dov’era opposizione (Palestrina, Civitavecchia e Tarquinia), più quelli presi al primo turno (Cassino, Monterotondo e Veroli), a destra è partita la resa dei conti sotterranea tra FdI e FI (la Lega, in generale calo dopo i fasti del passato, non ha avuto la voce in capitolo che sperava in fase di scelta candidature).
 

Il segretario del Pd laziale, Daniele Leodori, definisce il risultato un “dato straordinario che certifica due cose. La prima: dove amministriamo, lo facciamo bene. I Comuni al voto dove eravamo maggioranza sono stati confermati al primo turno e con vittorie schiaccianti, le cittadine e i cittadini hanno quindi riconosciuto il nostro buongoverno. Seconda: al primo test regionale, dopo più di un anno di governo della destra, gli elettori la bocciano”. A Civitavecchia la sinistra non vinceva da 12 anni, a Tarquinia da 7. E a destra intanto non basta la vittoria di Tivoli a sedare l’irritazione per quella che viene considerata una battuta d’arresto simbolica dal punto di vista degli equilibri interni: quella di Palestrina, dove il neosindaco Igino Macchi ha sconfitto con 700 voti di scarto Giuseppe Cilia, candidato appoggiato da FI e Noi Moderati, mentre la candidata sostenuta da FdI e Lega, Eleonora Nuvoli, non ha passato il primo turno. E il segretario regionale di FI Claudio Fazzone sottolinea: “Come se non bastassero gli errori al primo turno che hanno visto dividerci da FdI e Lega, si è persistito nel ballottaggio”. Il j’accuse punta dritto all’assenza dei dirigenti di FdI e Lega in campagna elettorale e ai presunti inviti sottotraccia a non andare al voto o a boicottare il candidato di centrodestra, votando per quello di centrosinistra.
 

Per non dire di Civitavecchia, dove la Lega, che aveva governato in precedenza, ha sostenuto con FdI lo sconfitto Massimiliano Grasso, mentre FI e Noi Moderati avevano candidato al primo turno Paolo Poletti. E in questo caso l’accusa è rovesciata, con FdI e Lega che definiscono gli alleati troppo fiacchi nell’appoggio a Grasso al secondo turno. “Quasi una situazione da centrosinistra litigioso. E invece...”, scherza amaro un dirigente meloniano.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.