(foto Ansa)

roma capoccia

Perché l'autonomia di Salvini non piace a Roma

Luca Roberto

 La stoccata di Caltagirone all’evento del Messaggero in Campidoglio: “Rischia di aggravare la situazione”

In quella che poteva essere una delle ultime uscite pubbliche di Raffaele Fitto in qualità di ministro degli Affari europei, in odore di nomina nella prossima commissione europea, ieri Matteo Salvini ha ricevuto una bocciatura dalla Capitale. Nulla di inedito, ma all’evento organizzato dal Messaggero in Campidoglio dal titolo “L’Italia si trasforma, una sfida Capitale. Dal Giubileo al Pnrr, le grandi occasioni per il rilancio del Paese e di Roma”, si è avuta la dimostrazione plastica di una città  sempre più fredda nei confronti della legge sull’autonomia differenziata, licenziata dal Parlamento la settimana scorsa. A chiarirlo in termini piuttosto inequivoci la posizione di Francesco Gaetano Caltagirone, editore del Messaggero. Dopo aver detto che Roma è come “una Ferrari senza benzina”, l’imprenditore ha bersagliato proprio la misura voluta dalla Lega, perché “non fa che aggravare il problema” del divario di Roma, dovuto soprattutto al decentramento amministrativo a favore dell’Europa. “Con l’autonomia si è creata un’altra spinta al decentramento e quindi un possibile impoverimento. Dobbiamo chiedere norme che ripristino i flussi finanziari che ci sono stati portati via perché se non li ripristiniamo in fretta i romani non trovando lavoro se ne andranno e questo porterà una ulteriore crisi demografica”, ha aggiunto Caltagirone. Ad ascoltare, nella sala della Protomoteca del Campidoglio, c’era proprio Matteo Salvini. Che ha definitivo “stimolante” l’intervento dell’imprenditore romano. E ha cercato, senza grosso riscontro, di far capire a questa platea composta perlopiù da  manager, da Terna ad Acea a Fincantieri, ma anche da personaggi legati alla città come Carlo Verdone, di insistere sulla “grande opportunità dell’autonomia”, che secondo il vicepremier è in qualche modo legata anche alla capitale, perché segue un po’ l’impostazione del “ddl Roma capitale, un’altra grande opportunità”. Con la promessa che non c’è nulla di irreversibile, “magari ci vediamo anno dopo anno qui e vediamo come sta andando”.  

 

Prima di lui aveva preso la parola, per i saluti istituzionali, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Questo non è il tempo degli alibi e delle recriminazioni, ma dell’orgoglio e del duro lavoro per realizzare la vastissima mole di investimenti che abbiamo fatto e liberare le potenzialità enormi di questa città”, è un estratto del suo intervento. Concluso con quasi un’implorazione: “Dobbiamo bandire dal nostro vocabolario l’espressione: ‘questo a Roma non si può fare’”. A fare gli onori di casa anche il neo direttore del Messaggero Guido Boffo, che romano non è (di Torino) e che dirà: “Siamo qui per celebrare il rapporto tra Roma e l’Italia, fatto di alti e bassi. Fra le sfide da affrontare c’è proprio il ruolo che può ritagliarsi Roma, in un momento di profondi cambiamenti”. Si affaccia anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che si ferma a parlottare con Paola Severino. C’è anche il rettore uscente della Luiss Andrea Prencipe. Sul palco e sulle sedie foderate di velluto rosso si alternano diversi manager di aziende partecipate dallo stato: Giuseppina Di Foggia, ad Terna, Pierfrancesco Latini, responsabile del Risk Management, Compliance e Sostenibilità di Acea. E poi ancora Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri. Marco Sangiorgio, ad Giubileo. In quota “giovani di successo” ci sono Gian Luca Comandini di “The Blockchain management school”, Alessia Cerbone, co-fondatrice di Profree e Giulia Lapertosa, co-fondatrice di Carriere.it. Tutti interventi sulla necessità di non lasciarsi sfuggire l’occasione di cambiare Roma. Altro che autonomia differenziata. Verdone confesserà: “Sì, mi hanno chiesto di fare il sindaco di Roma. Ma non ero preparato”. Questo prima di tuffarsi nel buffet vista Fori imperiali. E sempre nell’attesa di Fitto, il commissario europeo in pectore che alla fine diserta l’appuntamento. Forse temendo di dover rispondere alla domanda: è la sua ultima apparizione da ministro?

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.