Roma Capoccia

Quanta ipocrisia sulla nuova città giudiziaria di Roma

Gianluca De Rosa

Gualtieri, Salvini, Nordio e Rocca firmano il protocollo. E i nimby stanno nel Terzo polo. Confusione anche in Pd e FdI

L’obiettivo è molto semplice: ampliare e ridisegnare la città giudiziaria di Roma, quell’agglomerato di edifici e palazzine tra piazzale Clodio e le vie limitrofe che ospita il tribunale penale di Roma, la procura e la Corte d’Appello, definito dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, senza rischio di smentita, “un obbrobrio”. L’intesa è stata firmata ieri dai vertici di tutti gli enti coinvolti, e dunque, oltre a Nordio, dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dal presidente della regione Lazio Francesco Rocca e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Finalmente vediamo una sinergia pragmatica di organismi che qualche volta magari sono in conflitto tra loro, cioè amministratori, partiti, magistrati e ministero, ma che sulle questioni fondamentali che riguardano l’organizzazione e l’efficienza della giustizia sono tutti d’accordo”, ha commentato soddisfatto Nordio. L’intervento costerà 80 milioni. I lavori dureranno tra i quattro e i cinque anni. “L’obiettivo è finire  entro l’estate del 2029”, diceva ieri Salvini. L’idea progettuale prevede il restyling di alcuni immobile e, soprattutto, la realizzazione di un nuovo edificio dall’altro lato della “Panoramica”, la via che attraversa Monte Mario, collegando Prati alla Balduina. I comitati di quartiere però sono sul piede di guerra. Preoccupati che l’intervento possa cancellare “l’ultimo prato di Prati”, e cioè un parchetto di pochi metri quadrati che sorge su via Teulada, ai piedi di Monte Mario, e che prima di un intervento di riqualificazione per svariati anni era una boscaglia pullulante di insediamenti abusivi. Il protocollo prevede la minimazzazione del consumo di suolo, ma non è espressamente prevista la salvaguardia del parchetto. Da qui nasce la protesta. Chi lavora negli uffici di piazzale Clodio sa però che l’ampliamento è necessario. E non da oggi. Non a caso un primo protocollo d’intesa, rimasto senza esiti, fu firmato già nel 2019. L’impegno di governo, regione e comune però è contestato dalla politica locale, e in modo quasi unanime. Al sit-in organizzato dal  consorzio di 11 comitati di quartiere sotto la regione Lazio “contro la cementificazione di via Teulada” c’erano tutti i rappresentati locali  di quello che fu il Terzo polo. La posizione di Azione e Iv, anche nella richiesta di “trovare soluzioni diverse nelle caserme dismesse”, poco importa se lontane da dove sorgono il resto degli uffici, assomiglia pericolosamente a quella dei consiglieri  di Alleanza sinistra verde. Altro che riformismo. E d’altronde non è la prima volta che a livello locale il riformismo diventa paradossalmente nimby. In Liguria, per fare un esempio, Azione era contraria all’arrivo a Vado ligure del rigassificatore che oggi si trova a Piombino. Qui addirittura si protesta per un piccolo prato. Eppure la coerenza di un partito si vede anche e soprattutto quando tiene nella realtà più concreta, quella dei territori dove le istanze nimby sono più vicine.

 

Ma non ci sono solo Azione e Iv. Alla protesta hanno partecipato anche la presidente del I municipio del Pd Lorenza Bonaccorsi e il consigliere regionale dem Mario Ciarla. Poco importa che tra i firmatari del protocollo ci fosse anche il sindaco Gualtieri. Ma anche FdI, assente al sit-in, non ha nascosto le proprie preoccupazioni. Con una nota i coordinatori laziale e capitolino, Paolo Trancassini e Marco Perissa, hanno fatto sapere che: “E’ d’obbligo fare in modo che vengano tutelate anche le aree verdi presenti nella zona, come richiesto dai cittadini”. Eppure questa in fondo è  l’opinione di chi il protocollo l’ha firmato, di Gualtieri come di Rocca e Nordio che, in forme diverse, ha tutti ripetuto questo concetto. In certi casi insomma basterebbe essere meno ipocriti. Per una volta viene da dare ragione a Matteo Salvini che ieri diceva: “C’è sempre qualcuno che vuole bloccare i cantieri per la presunta presenza di farfalle, rane, moscerini, alghe preistoriche. Io amo le farfalle, i moscerini, meno le zanzare, ma non si può bloccare tutto con no ideologici. Il parco è straordinario ma va vissuto. Quindi, ben venga questo allargamento degli uffici giudiziari”.