Roma Capoccia
In Regione Lazio va in scena, in piccolo, la pièce “divisioni nel centrodestra”. Prodromo?
In Consiglio si sarebbe dovuto discutere sull’assestamento di Bilancio, ma la seduta non si è tenuta perché è saltato il numero legale: Forza Italia e Noi Moderati non si sono presentati
Un mistero, se non buffo ma bizzarro, quello che si è consumato ieri dalle parti della Regione Lazio. Tema: discussione sull’assestamento di Bilancio. Seduta importante in Consiglio. Che alla fine però non si tiene, perché salta il numero legale. Causa: centrodestra diviso. “Siamo in aula con tutte le forze di opposizione per discutere dei provvedimenti importanti che riguardano il futuro delle cittadine e dei cittadini del Lazio ma abbiamo dovuto interrompere la seduta perché alcune forze di maggioranza, Forza Italia e Noi Moderati, non si sono presentate e hanno quindi fatto saltare il numero legale”, dice, a metà giornata, dal Pd, la consigliera regionale Eleonora Mattia.
Che cosa è successo? Il mistero si infittisce, ché alle 15 la seduta, prima aggiornata, viene di nuovo sospesa. Si apprende che “la maggioranza è chiusa in una stanza”, e c’è chi sente l’assessore al Bilancio di FdI Giancarlo Righini discutere animatamente nei corridoi. Sottotraccia, comincia a prendere forma un’ipotesi ufficiosa: e se i mutati equilibri a livello nazionale stessero condizionando il centrodestra anche a livello locale? Tradotto: visto il ridimensionamento della Lega, dopo il voto amministrativo ed europeo, Forza Italia e Noi moderati ci tengono a vedere riconosciuto quella che per loro, a differenza che per il partito del vicepremier Matteo Salvini, è stata una sorta di promozione sul campo, con percentuali che arrivano all’8 per cento. T
radotto a livello locale, significa forse rimpasto? Si apprende, sempre sottotraccia, che in particolare, nella maggioranza riunita a porte chiuse, si parla di sostituzione per un assessorato leghista (la Lega ne ha due). E il dissenso arriva a un punto di non ritorno, per la giornata: non si riesce ad accordarsi neanche su una data di aggiornamento della seduta per il bilancio. Li faccio stare qui fino a Ferragosto, è la frase che qualcuno, nei corridoi, attribuisce a Righini. E insomma, lo strappo dei forzisti valica a fine pomeriggio i confini della Pisana, per planare, per interposta persona (coordinatori locali) ai vertici del partito governativo, già alla prese, a livello nazionale, con dissapori interni alla coalizione. Ed ecco che il pasticciaccio laziale, per gli aruspici, prende la forma di un avvertimento: ora è successo qui, ma domani, se non si vigila, chissà.