Il mercoledì delle ceneri del 2024 nella cattedrale del sacro Cuore a Houston, Texas (Raquel Natalicchio/Houston Chronicle via Getty Images)

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In America i cattolici voteranno anche pensando ad aborto e immigrazione. E sarà un problema

Matteo Matzuzzi

Se c’è un gruppo che è diviso al suo interno su questioni così dirimenti è proprio quello cattolico. Un problema che viene da lontano, ha radici profonde e non si risolverà in un cordone sanitario attorno a Trump o in qualche post che sbertuccia Harris

Il National Catholic Reporter, principe dei media liberal cattolici americani, scrive che i temi centrali della campagna elettorale ricominciata da zero dopo la rinuncia di Joe Biden saranno l’aborto e l’immigrazione. Cioè gli stessi che da anni lacerano non solo gli schieramenti politici ma i cristiani nelle loro variegate denominazioni e in particolare i cattolici. Perché se c’è un gruppo che è diviso al suo interno su questioni così dirimenti è proprio quello cattolico. Da un lato i pro life, dall’altro i cattolici à la Pelosi, per semplificare. Sull’immigrazione, lo stesso: già otto anni fa l’episcopato presentava punti di vista (eufemismo) diversi, chi favorevole alla linea dura di Trump (pochi, pubblicamente) e chi decisamente contrario. Nel settembre del 2015, ben prima che The Donald conquistasse la Casa Bianca, in occasione della visita del Papa a Washington i temi – e le lacerazioni – erano emerse. Questo per dire che il problema viene da lontano, ha radici profonde e non si risolverà in un cordone sanitario attorno a Trump o in qualche post che paragona Harris a una bertuccia. C’è poco da ridere, la questione è assai seria. E comunque finisca il 5 novembre, le conseguenze saranno gravi. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.