Destra e carceri
Sovraffollamento, rivolte, suicidi: il governatore Rocca visita Regina Coeli
Il presidente della Regione Lazio ha fatto visita al penitenziario per “essere al fianco di chi, nonostante le enormi difficoltà quotidiane e dopo i tumulti dei giorni scorsi, lavora per garantire condizioni dignitose ai detenuti”
Sovraffollamento (a un tasso regionale del 143 per cento), strutture obsolete, carenza di personale, suicidi: la situazione delle carceri nel Lazio, come anche a livello nazionale, è allarmante. A inizio luglio, dunque, il garante dei detenuti della Regione Lazio Stefano Anastasìa aveva lanciato un appello: “E’ una lunga scia di morti quella che vediamo allungarsi sul nostro percorso in questo 2024”, diceva. “Una scia che non può lasciarci indifferenti. Poco distante da noi, nel Cpr di Ponte Galeria, pochi mesi fa un ragazzo della Guinea si è tolto la vita, lasciando scritto sul muro il suo ultimo desiderio: che il suo corpo tornasse a casa dalla madre”.
Nella sua relazione, il garante esponeva i dati relativi alla popolazione degli istituti penitenziari del Lazio, tra cui l’istituto penale minorile Casal del Marmo, le Rems e Ponte Galeria, e concludeva l’intervento con le raccomandazioni indirizzate alle amministrazioni e autorità competenti, individuando i campi di intervento più urgenti nella responsabilità della Regione: l’assistenza sanitaria, le politiche attive del lavoro e la programmazione dell’intervento sociale. E due giorni fa — trascorsa un’estate in cui le cronache hanno registrato altri episodi drammatici nelle carceri, tra cui i recenti disordini all’interno di Regina Coeli, con aree vandalizzate, celle incendiate e detenuti ustionati – il presidente di centrodestra del Lazio, Francesco Rocca, ha fatto visita al penitenziario per “essere al fianco di chi”, ha detto, “nonostante le enormi difficoltà quotidiane e dopo i tumulti dei giorni scorsi, lavora per garantire condizioni dignitose ai detenuti”.
“In questo carcere il sovraffollamento raggiunge picchi del 185 per cento”, ha aggiunto Rocca, “il personale di Polizia penitenziaria e quello sanitario sono in grande sofferenza; tuttavia assolvono al loro dovere con dedizione e tenacia”. Ma che cosa può fare in concreto la Regione? Per il governatore “le strutture penitenziarie del Lazio necessitano di attenzione e di una riorganizzazione puntuale. A mio avviso Regina Coeli dovrebbe essere chiusa ma, vista la carenza di posti e in questa fase di riorganizzazione generale delle strutture penitenziarie, una strada percorribile potrebbe essere quella di trasformarla in casa di reclusione, utilizzando invece Rebibbia come carcere giudiziario”.
Resta l’urgenza di un piano strutturato di risanamento degli istituti e di adeguamento normativo per servizi e percorsi di formazione professionali.