Roma Capoccia

Dall'incendio di Monte Mario agli insediamenti abusivi a Termini. A volte il degrado è anche insicurezza

Gianluca De Rosa

Dopo l'incendio di luglio, partito probabilmente dalla tendopoli abusiva nel parco, adesso la collina rischia di franare. A Viale Pretoriano invece lo sgobero di un'altra tendopoi fa arrabbiare il collettivo Nazareno con Gualtieri. Nelle stesse ore, a pochi passi da lì, un senza tetto violenta una donna

Pentole, padelle, moke per il caffè, televisori, bambole giocattolo, carrelli della spesa, scarpe spaiate, bacinelle, reti di materassi assemblate per baracche di fortuna. Ogni cosa ben abbrustolita. Nonostante la bonifica iniziata con tanto di ruspe lo scorso 22 agosto, alle pendici di Monte Mario, in mezzo alla terra scurita dall’incendio, resta ancora di tutto. E’ da qui, ipotizza chi indaga, che, a causa di un fornello spento male o di un generatore di corrente difettoso, potrebbero essere divampate le fiamme che il 31 luglio hanno devastato 12 ettari (circa il 5,1 per cento) del parco di Monte Mario.

 

 

Una città in mezzo al bosco che da piazzale Clodio sale alla Balduina, contornando via Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la strada che tutti i romani conoscono con il nome di “Panoramica”. I resti di un campo rom abusivo, uno dei 340 della città, a un passo dal tribunale e dalla procura della capitale dove prima dell’incendio, lo indica il gran numero di rifiuti, oggetti e spazzatura (sono state censite nel parco almeno cinque discariche di diverse dimensioni), vivevano decine di persone.

 

 

Per attraversare il guado creato dall’acqua che si accumula a valle quando piove, gli abitanti di questo campo nomadi illegale, ma non così in miniatura, avevano costruito anche un ponte fatto di valige. L’incendio è passato anche di qui prima di risalire la collina, sospinto dal vento che soffiava verso nord, lasciandola spoglia di alberi e radici. Adesso il terreno, un mix di sabbia e argilla,  senza interventi di riforestazione  potrebbe persino franare.

 

La preoccupazione è legittima. A inizio settembre, in occasione di un’allerta meteo gialla, la Protezione civile di Roma  ha inviato ai cittadini un’e-mail invitandoli a “evitare di stazionare nelle aree di pertinenza dei fabbricati civili e militari prospicienti la collina” e  a “evitare il parcheggio delle autovetture sotto al muro di contenimento, per salvaguardarle dal possibile dilavamento e caduta di materiali in frana”. D’altronde uno dei punti più ripidi, rimasti spogli e dove già si vedono i solchi scavati dall’acqua, si trova proprio sopra via Teulada, qualche decina di metri sopra la caserma dei carabinieri e gli studi Rai. Due giorni fa sul punto si è svolta una riunione in Campidoglio con la Protezione civile e gli assessorati all’Ambiente e ai Lavori pubblici. Si punta sull'idrosemina (un mix di acqua semi e fertilizzanti a veloce attecchimento) e alla pulizia maniacale dei canali di scolo per affrontare la situazione prima delle nuove piantumazioni.

 

Sono almeno tre le denunce della presenza degli accampamenti ai margini della città giudiziaria rimaste inascoltate. Ieri i comitati di quartiere Trionfalmente 17 e Insieme 17 si sono dati appuntamento per leggere l’esposto che sarà presentato in procura affinché indaghi non solo sui possibili autori dell’innesco ma anche sulle eventuali responsabilità oggettive di chi doveva predisporre piani efficienti per evitare un disastro di tali proporzioni.


La storia di Monte Mario è simbolica. Il degrado non è solo disturbo estetico, ma spesso può diventare una fonte d’insicurezza seria. Nessuno colpevolizza chi non sa dove vivere, ma permettere un accampamento in mezzo a un parco è pericoloso. Questa storia lo dimostra. Come lo è lasciare un accampamento di senza tetto sotto le mura aureliane, a un passo dalla stazione Termini. Quello che sorgeva a Viale Pretoriano lunedì è stato sgomberato. Il sindaco Gualtieri ha ordinato anche l’installazione di una cancellata per evitare nuovi bivacchi. Contro la sua decisione si è scagliata la coordinatrice del Pd, la fedelissima di Elly Schlein Marta Bonafoni che ha definito l’episodio “grave ed allarmante”, invitando il Campidoglio a non ripetere “operazioni come questa”. Ma proprio nelle ore in cui Bonafoni parlava, a due passi da quel camping a cielo aperto ora sgomberato, in piazza della Croce rossa, una turista è stata picchiata e violentata da un senza tetto di 40 anni. Si tratta solo dell’ultimo episodio del genere nell’area della stazione Termini. Alle critiche della coordinatrice dem Gualtieri ha risposto così: “Mi sembra una polemica inutile e assurda, noi aiutiamo le fragilità ma sotto i monumenti non ci si può accampare. Gli insediamenti abusivi, con tutte le tutele del caso, vanno sgomberati”. E come gli si può dare torto? Nessuna persona sana di mente può credere che dietro ogni clochard si nasconda un pericoloso criminale, ma lasciare che a gestire il disagio sociale e la povertà sia l’anarchia può portare, come del resto spesso porta, a episodi di violenza. Un rischio che la città, a pochi mesi da Giubileo, non può permettersi.