L'intervista
Marino: “Schlein faccia un dibattito pubblico con me sul termovalorizzatore”
L’ex sindaco invita la segretaria del Pd a partecipare a un dibattito pubblico con lui sul nuovo impianto voluto da Gualtieri: “Aiuterebbe, non è una questione locale”
“Mi farebbe molto piacere parlare anche con Elly Schlein, in un dibattito pubblico, del termovalorizzatore. Sarebbe un grande servizio ai cittadini. Tra l'altro non si dica che è una questione locale. Basti ricordare che proprio su questo punto è caduto il governo di Mario Draghi”. Ignazio Marino, ex sindaco di Roma ed eurodeputato di Avs, il termovalorizzatore proprio non lo vuole ed è convinto che discuterne con Elly Schlein sarebbe molto utile alla causa. Secondo lei la segretaria sull’argomento ha un’opinione più simile alla sua che a quella del sindaco Roberto Gualtieri? “Ripeto. Per scoprirlo bisognerebbe parlarne pubblicamente. E io sono pronto. Ma, come sempre, il Pd sarà diviso, capisco il timore di Elly a esporsi”. Tra i suoi colleghi a Strasburgo c’è anche Annalisa Corrado che del Pd è responsabile Ambiente, con lei ha avuto modo di parlare del nuovo impianto? “Annalisa è una persona molto attenta e per bene. Ho parlato con lei del dramma delle guerre in Ucraina e Gaza, ma non abbiamo mai discusso dell'inceneritore di Roma”.
Il sindaco intanto martedì ha presentato il nuovo impianto. I lavori inizieranno entro marzo 2025. Ha detto che così si ridurrà la Co2 prodotta di 80 volte, che non ci sono rischi per i cittadini. Dice Marino: “È importante che il sindaco di Roma argomenti con dati scientifici. È proprio il terreno su cui la politica dovrebbe confrontarsi per prendere decisioni così importanti. I termini scientifici sono essenziali. Questo impianto, che ha un costo di oltre 1 miliardo per la realizzazione e garantirà oltre dieci miliardi in fatturato al privato, si chiama tecnicamente inceneritore perché appunto la sua funzione principale è incenerire i rifiuti. Ed è proprio su basi scientifiche che io vorrei aiutare Roma, la città che amo di più al mondo. Mi preoccupa il fatto che al Campidoglio nelle riunioni per la progettazione dell'inceneritore sia sfuggito un dato scientifico: l'incenerimento produce Co2. Nessun esperto di chimica contesterà mai un dato: se bruci 600 mila tonnellate di qualunque materiale produci 600 mila tonnellate di Co2. Il mondo si è dato l'obiettivo di raggiungere al più presto l'obiettivo ‘emissioni zero’ di Co2. E Roma cosa fa: decide di costruire una macchina che ne produrrebbe 600 mila tonnellate all'anno. Sono sicuro che non sfugga al sindaco di Roma che è la capitale di uno dei paesi che ha sottoscritto il progetto ‘emissioni zero’ già nel 2015 a Parigi, confermato al Summit Onu dello scorso settembre 2024. L'alternativa che in altri parti d'Europa si sta sviluppando è quella di dar vita a progetti circolari a rifiuto minimizzato. L'obiettivo è il rifiuto zero che si deve raggiungere non solo con il riuso ma con una produzione totalmente riciclabile”.
Intanto lei in Europa si prepara a dare battaglia con un’interrogazione per contestare l’affidamento dell’impianto ad Acea, una controllata del comune. “Sul tema con altri parlamentari europei, tra cui Dario Tamburrano dei 5Stelle e Benedetta Scuderi dei Greens, abbiamo già depositato due interrogazioni alla Commissione europea per fermare questa decisione incomprensibile sotto ogni punto di vista, anche procedurale. Si tenga conto tra l'altro che il contratto di 33 anni, annunciato dal sindaco, obbliga Roma all'incenerimento sino al 2060, quindi in palese contrasto con la normativa europea, che fissa il termine per le ‘emissioni zero’ di Co2 al 2050. Quindi cosa farà il sindaco che sarà in carica nel 2050? Entrerà in infrazione europea e per dieci anni pagherà multe milionarie all'Ue, oppure spegnerà l'inceneritore pagando diversi miliardi di penale all'imprenditore che subirà la rescissione del contratto?”.
Proprio in queste ore alla giunta Gualtieri si è aggiunto come assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio, come lei esponente di Avs, la stanno lasciando solo in questa battaglia contro l’impianto? “Io – risponde Marino – al momento non sono iscritto a nessun partito. Faccio parte del gruppo Verdi al Parlamento europeo e altri eletti in Avs come Salis e Lucano hanno invece scelto il gruppo Left. Quanto al nuovo assessore alla Cultura ho appreso che quest'anno ha lasciato il Pd ma sinceramente non le posso confermare che sia iscritto a un altro partito. In questa battaglia non soffro di solitudine, tutti coloro che istituzionalmente o elettoralmente si sentono verdi la pensano come me”.