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Roma Capoccia

I pannelli con gli orari dei bus, ce ne fosse uno che funziona

Gianluca Roselli

Le surreali esperienze da ritorno al futuro con i nuovi schermi dell’Atac collegati ai gps: si viaggia nel tempo. Anche quando compare la scritta “in arrivo”, dovrete attendere ancora un po’. Insomma, l’unica certezza è data solo dal veder avanzare il mezzo all’orizzonte.

“Aggiornamento dati”. I romani, almeno quelli che utilizzano i mezzi pubblici, conoscono bene questa dicitura. E’ quella che compare sui tabelloni luminosi alle fermate degli autobus e che aggiorna sui tempi di percorrenza, facendoci sapere tra quanti minuti il vostro mezzo arriverà. Ogni volta che parte l’ “aggiornamento dati” si resta col fiato sospeso, in una sorta di limbo. “Arriverà? Tra quanto?”. Ma già averlo, il tabellone, è una fortuna, perché in città, rispetto al numero delle fermate, sono assai pochi. Una su venti, a essere ottimisti. Il tabellone dà un’idea di quanto dovremo attendere, mai troppo precisa però. “990, 1 fermata, 3 minuti; 81, 2 fermate, 5 min; 280, 5 fermate, 7 min; 87, 7 fermate, 12 min; 70, 14 fermate, 25 min; 492, 35 fermate, 52 min”, recita il tabellone a via Vittorio Colonna. A parte la disperazione di chi attende il 492 (fate in tempo a prendervi un aperitivo e tornare), c’è da dire che i minuti dell’Atac sono un po’ come gli anni dei cani: uno non vale sette, poco ci manca. Nel senso che, se leggete 2 minuti, il bus non si presenterà prima di 5; se leggete 5, arriverà verso gli 8/10; se leggete 10, mettetevi l’anima in pace per almeno un quarto d’ora. Anche quando compare la scritta “in arrivo”, dovrete attendere ancora un po’. Insomma, l’unica certezza è data solo dal veder avanzare il mezzo all’orizzonte.

 

Perché accade? A Milano, per esempio, le pensiline degli autobus sono dotate di strisce luminose con tempi di arrivo che spaccano il minuto. Eppure, il sistema di Atm è lo stesso di Atac. A Roma ogni bus è dotato di sistema Gps che segnala la sua posizione. I ritardi, secondo Atac, sono dovuti a due ordini di motivi: il mezzo incappa in un punto dove per qualche motivo il segnale s’interrompe, quindi la sua posizione “scompare” salvo riapparire appena torna il segnale; oppure il bus resta impantanato nel traffico, con conseguente rallentamento e tempo di arrivo allungato. Magari il bus è davvero a 4 fermate ma, se c’è un ingorgo, non rispetterà mai la previsione di attesa di “4 minuti”. Cause tecniche o di viabilità, dunque.

 

Dall’azienda di trasporti si fa anche sapere che Roma ha 2/3 di mezzi pubblici su gomma e solo 1/3 su ferro (tram e metro), con linee di bus che percorrono anche 20 o 30 km, distanze che fanno aumentare parecchio la possibilità di incappare in rallentamenti dovuti al traffico. Insomma, cari passeggeri, non vi resta che sperare che al vostro mezzo non sia successo niente. Scaricando l’app di Atac si ha però tutto sotto controllo: tempi di arrivo, situazione traffico, ecc. Proveremo.

 

Ma c’è una novità. Sono in arrivo 435 nuove pensiline ultramoderne, con nuova pedana, spazio per carrozzine e disabili, prese Usb e, soprattutto, touch screen interattivo da 32 pollici per consultare tempi di attesa, flussi di traffico, eccetera. Con pubblicità annessa, ma va bene. “L’attesa non sarà più passiva, ma attiva”, recita il comunicato del Campidoglio. Un investimento di 165 milioni, di cui 47,5 finanziati con i fondi per il Giubileo. Dal prossimo 20 novembre inizierà l’installazione delle prime 20, poi il resto entro la fine del 2025. “I cittadini avranno la possibilità di vedere il loro itinerario con un semplice touch”, ha spiegato l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè. C’è anche l’immancabile video col sindaco Gualtieri che prova il touchscreen. Il piano prevede la riqualificazione di 1300 pensiline su 8.200. Una su otto. Il nome delle nuove fermate, però, non è azzeccatissimo: Eterna.

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