Roma Capoccia
Affanno Giubileo: la corsa per chiudere i cantieri
A un mese dall’inizio dell’Anno santo su 273 sono solo cinque quelli terminati. Gualtieri promette: “Entro dicembre sarà tutto chiuso”
E’ proprio il caso di dirlo: che ansia il Giubileo. All’inizio dell’Anno santo mancano ormai 33 giorni. Poco più di un mese. Su 273 interventi “essenziali e indifferibili”, e cioè necessari a un buono svolgimento dell’evento, però sono solo cinque quelli che fino a ieri erano terminati. Per tutti gli altri i lavori sono ancora in corso. Mancano ancora all’appello tutti i cantieri principali. Il sottovia di Piazza Pia, l’opera simbolo dell’Anno santo che permetterà di pedonalizzare l’area tra Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro, chiude il 20 dicembre. Mentre per Via Ottaviano, Piazza Risorgimento e Piazza dei Cinquecento, altri tre cantieri cruciali – uno è il piazzale della stazione Termini, gli altri due sono a un passo dal Vaticano – bisognerà aspettare il giorno prima dell’inizio dell’anno giubilare, il 23 dicembre. Sono terminati per adesso invece la riqualificazione delle Vele a Tor Vergata, la fornitura di 18 nuovi bus ibridi e altri tre interventi minori. Il sindaco Roberto Gualtieri comunque anche due giorni fa garantiva: “Gli interventi ‘essenziali e indifferibili’ saranno tutti completati entro la fine di dicembre”. Un auspicio certo, ma anche una necessità. Il dubbio però sorge: sarà davvero possibile chiudere bene oltre duecento cantieri – manutenzioni generali di vie, marciapiedi, etc comprese – tutti insieme? Vedremo.
Di certo il sindaco spera di poter finalmente “spacchettare” la città entro Natale. Sarebbe davvero un bel regalo. Intanto Roma tutta trincerata dietro i pannelli dei cantieri del Giubileo ha fatto il giro del mondo. I video dei turisti delusi che filmano Piazza Navona, Piazza della Rotonda, Piazza delle Tartarughe o uno dei qualsiasi altri luoghi del centro storico “impacchetati” causa cantieri sono diventati virali sul web. Anche il giornale britannico Telegraph si è accanito contro l’inflazione di cantiere nella capitale con un titolo molto duro: “La città è un disastro assoluto”. Non è chiaro inoltre il destino di questi cantieri di restauro. Fanno parte di Caput mundi, il programma parallelo a quello degli interventi giubilari dotato di cinquecento milioni di euro per le manutenzioni storiche e archeologiche. Come ammesso anche da Gualtieri essere partiti tardi – anche a causa del cambio di governo che ha ritardato il Dpcm con l’elenco degli interventi finanziati – ha costretto la struttura commissariale a lavorare con un certo affanno e gestendo diversi lavori in parallelo. Per dare un’idea plastica di questa fatica un buon esempio è quello di Piazza San Giovanni. I lavori di riqualificazione sono indietro. Nelle settimane scorse avevano scritto come sul sito “Roma si trasforma”, dove meritoriamente il Campidoglio mostra tutti i cantieri presenti in città con i relativi cronoprogrammi, il termine lavori era addirittura stato spostato a marzo 2025. Impossibile dato che piazza San Giovanni ospita una delle basiliche dotate di Porta Santa. Il cuore pulsante del Giubileo. E infatti si è corso ai riparti: il progetto è stato rivisto e adesso si procede velocemente per arrivare a dama entro l’inizio dell’Anno santo. Ma si è arrivati così sul filo di lana che ogni ora è preziosa: per la chiusura del cantiere ci si è presi fino al 28 dicembre. Il giorno prima dell’apertura della porta santa nella Basilica di San Giovanni.
Le opposizioni intanto si lamentano per la scarsa condivisione dell’Assemblea capitolina nell’organizzazione dell’evento: “Passa tutto dalla gestione commissariale, non c’è condivisione di nulla”, dice Maurizio Politi, consigliere della Lega e vicepresidente della commissione Speciale per il Giubileo. La commissione era nata proprio per consentire ai consiglieri capitolini di monitorare l’andamento dei cantieri e l’organizzazione dell’Anno santo. A presiedere i lavori della commissione c’è l’ex Pd Dario Nanni. E’ stato eletto con Azione, e per il partito di Calenda, che in Assemblea capitolina è all’opposizione, ha ottenuto la presidenza. Da un po’ però Nanni è passato al gruppo Misto, entrando di fatto in maggioranza. Una situazione che secondo diversi consiglieri di opposizione non è il massimo per garantire quel pungolo che dovrebbe spettare a una commissione con un ruolo di controllo su un evento così cruciale per la città. A complicare le cose la scorsa settimana ci si è messa anche l’inchiesta della procura di Roma che indaga per corruzione, su quasi 100 milioni di euro di appalti per la manutenzione di strada e marciapiedi. Un indagine che coinvolge anche alcuni appalti giubilari.
Non sono comunque solo i cantieri a preoccupare. Per evitare che la città non regga l’afflusso di pellegrini, stimato in almeno 30 milioni di visitatori nel corso dell’anno, il sindaco e commissario ha firmato diversi protocolli. Da quello con sindacati e associazioni datoriali per evitare scioperi nel trasporto pubblico, nella sanità e nei servizi di igiene pubblica nei giorni clou del Giubileo (vedi boxe qui sotto), a quello per implementare lo smart working non solo in Campidoglio ma anche nelle aziende private (negli scorsi giorni il sindaco ha chiesto anche alle amministrazione centrali dello stato di fare lo stesso). Lo smart working è considerato particolarmente centrale. Non solo perché tenere più romani a casa consente di alleggerire la pressione sui mezzi pubblici e di ridurre il traffico veicolare, ma anche perché molti cantieri hanno ridotto gli stalli per i parcheggi i diverse zone centrali della città.