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Roma Capoccia

La nuova vita dei Magazzini allo Statuto: ora è la sede dell'Accademia Costume & Moda

Gianluca Roselli

Abbandonato per 12 anni nel degrado, oggi l'edificio ritorna all'antico splendore grazie al lavoro di ristrutturazione del Fondo Azimut. Un luogo che torna in vita per formare i professionisti della moda che verrà, e un modello per tutte le altre città

Sembra quasi una quadratura del cerchio lo spostamento dell’Accademia Costume & Moda (Acm) nel palazzo umbertino a Piazza Vittorio che per anni è stata la sede dei magazzini Mas, punto di riferimento per l’abbigliamento di molti romani, che ci andavano a comprare stoffe e vestiti usati. Dopo la chiusura, il palazzo è stato abbandonato per 12 anni accompagnato da uno stato di degrado che ha coinvolto lo stesso quartiere, compresi i giardini della piazza. Oggi il verde è tornato a nuova vita e così anche l’ex sede Mas grazie a un gran lavoro di ristrutturazione del Fondo Azimut, che ha riportato l’edificio all’antico splendore. Una ventina i milioni spesi per sei piani dove domina il bianco e il grigio cemento, dove circa 600 ragazzi potranno frequentare i corsi triennali dell’accademia, che forma non solo stilisti in senso stretto ma anche addetti alle varie filiere, come la maglieria, o curatori di costumi per il cinema e il teatro, ma anche tutto quello che ruota intorno al mondo della moda: il management, il marketing, editing e comunicazione. “All’inizio la moda consisteva solo in una maison che disegnava e produceva vestiti. Poi il sistema si è industrializzato. Dopo sono venute le media company. In futuro, ma ci siamo già, la moda è una questione esperienziale: si acquista un capo perché rimanda a un mondo e a una comunità cui si vuole appartenere. Come dice Remo Ruffini di Moncler, si indossa un’esperienza…”, sostiene Lupo Lanzara, presidente dell’Accademia.

Lupo guida la scuola insieme a suo fratello, Furio Francini (Ceo), che ha avuto l’idea della nuova sede. “L’ispirazione mi è venuta facendo una passeggiata. Ho visto questo magnifico palazzo, me lo sono immaginato rimesso a nuovo prefigurando il rapporto col quartiere, che ha un sapore multietnico ma anche nobile. Ho pensato fosse la sede giusta e mi sono messo a cercare i finanziatori”, racconta Francini.

Nella vecchia sede, a Via della Rondinella, resteranno i master. “L’85 per cento dei ragazzi che escono dalla scuola trovano un contratto di lavoro, anche con maison importanti, entro il primo anno, con punte del 100 per cento per chi frequenta i master. La moda è un settore molto attrattivo. La creatività però non basta: ci vuole metodo, costanza, sacrificio. Come insegnanti sentiamo una grande responsabilità, ma noi possiamo arrivare al 49 per cento, il 51 spetta ai nostri allievi. Noi formiamo e accompagniamo fino al primo colloquio, poi sta a loro”, spiegano Lupo Lanzara e Furio Francini.

Da qui nel corso degli anni sono usciti molti nomi noti sia come direttori creativi che come manager del settore, che d’altronde vede sempre molto alto il numero di italiani: Alessandro Michele, Frida Giannini, Isabella Rossellini, Maurizio Galante, Francesca Sartori, Gianluca Falaschi e altri. Tutto si deve all’intuizione di Rosana Pistolese, nonna di Lupo e Furio, stilista, costumista e storica che ha fondato l’accademia nel 1964. Donna di grandi frequentazioni artistiche e intellettuali che interpretò al meglio il gusto per lo stile e la bellezza portato avanti anche nei decenni successivi. “Per fare moda non è necessario essere colti, ma aiuta”, diceva qualcuno. “La cultura è fondamentale, come pure conoscere la contemporaneità, dalle sottoculture giovanili a quello che si muove dentro e fuori le grandi città. La moda è una rivoluzione costante e continua”, sottolinea Lupo Lanzara.

Oggi la moda non vive un momento facile. “Dopo il Covid c’è stato un effetto euforia: tutti sono usciti di casa correndo a fare acquisti. Oggi c’è un reflusso, il 2024 è stato un annus horribilis per i conti della maison, ma questo porterà a una stabilizzazione del mercato. C’è poi il problema di un cambio generazionale, che deve essere il più possibile fluido…”, aggiunge Furio Francini.

Martedì c’è stata l’inaugurazione ufficiale col sindaco Roberto Gualtieri e la presidente del I municipio Lorenza Bonaccorsi. La realizzazione della sede è stata possibile grazie al Fondo Ipc di Azimut, dedicato a investimenti nelle infrastrutture sociali, con 24 mesi di lavori e un restauro conservativo curato dallo Studio Kami. Un modello di rigenerazione urbana che speriamo possa proseguire con altre location abbandonate della città.