Roma Capoccia
Il Novecento in una stanza
Ecco l'emporio nel centro di Roma che vende i cimeli dell'Italia che non c'è più
Lo stilista Alessandro Michele compra qui il suo metro in legno e lo spremiagrumi. Il cantante Harry Styles ordina la caffettiera Gemini già esposta al Moma. Ci sono poi la brillantina Linetti, le carte della fortuna Modiano, l’Acquabella Pilogen che pare purificasse i volti della dinastia Romanov. C’è la colla Coccoina e ancora, fra decine e decine di oggetti, c’è la musica jazz in sottofondo che esalta nel profumo della Carta aromatica d’Eritrea (in commercio dal 1927).
All’Emporio Centrale, in largo del Teatro Valle 1, l’atmosfera è irreale. Un po’ come nel romanzo balzachiano La pelle di zigrino, dove la storia dell’umanità si riassumeva nella carrellata d’oggetti d’un antiquario. Anche se qui, nel negozio che a Natale compie un anno e che scopriamo oggi su Instagram, non tira vento da scantinato… Al limite da Signorina Felicita.
I prodotti di cosmesi, cucina, cartoleria hanno l’aria vetusta, sì, ma sono freschi di produzione. Sono oggetti di cui le aziende italiane hanno conservato l’aria d’antan: contro Amazon, contro il ciarpame cinese, contro i magneti da frigo. Ma che pure sono fatti per essere usati (e gettati il più tardi possibile).
E così, se fino a ieri si smerciavano alla meglio calamiti e piatti di carbonara aggrumata, ecco che adesso – nel centro del centro di Roma – c’è l’emporio nascosto. Il negozio dei balocchi (biglie, bocce, carte del Mercante in fiera) non meno che della Neve di Camaldoli e dei sali per pediluvio. Il negozio che sa di Novecento (“Non ascolto musica successiva agli anni Novanta”, dice il proprietario trentenne Mikhail Caponeri) che tuttavia è ottimo per un bagnoschiuma da regalare a Natale (prendere nota). Insomma il piccolo mondo antico che, una volta usciti e tornati ai traumi acustico-olfattivi, si rimpiangerà per la Carta aromatica d’Eritrea. Su per giù come si rimpiange il tempo felice nella miseria. Come si rimpiange il paradiso perduto. Sia pur gozzaneggiante. Dopotutto, queste dell'emporio sono davvero le buone cose nella città del pessimo gusto.
La nostalgia però si può portare a casa e appendere. Si trovano infatti anche i quadri con le canzoni di Nada, Ornella Vanoni, per non parlare delle foto della Milano da bere con Craxi e De Michelis. Serviranno a lenire lo stress dei tempi moderni? Ai poster l'ardua sentenza.
Dopo il concorso, il nulla?