Roma Capoccia
Rampelli e Raggi guidano il fronte del No al tmv
Cgil, Legambiente, Wwf e un fronte politico trasversale si incontrano a una conferenza a un passo dalla Camera per presentare una lettera di 100 esperti da inviare a parlamentari e consiglieri contro l'impianto voluto dal sindaco Roberto Gualtieri
“Sarebbe il caso di cominciare a pensare anche a un intergruppo parlamentare con tutte le brave persone che ci sono in ogni schieramento”. Il fronte del No al termovalorizzatore si organizza. Ha adepti pescati da tutti i partiti. Li capeggiano l’ex sindaca grillina Virginia Raggi e il vicepresidente della Camera, il deputato di FdI Fabio Rampelli. Nella sala conferenze dell’hotel Nazionale, a un passo da Montecitorio, tra i rappresentati dei comitati e di un vastissimo complesso di sigle che spazia dalla Cgil a Zero Waste, passando per Legambiente, Wwf e Rete dei numeri pari, ci sono anche loro due. Va in scena una conferenza per presentare la lettera che è stata inviata a deputati, senatori, consiglieri regionali del Lazio e consiglieri di Roma Capitale, sottoscritta da oltre cento esperti di 52 Paesi del mondo, per dire No all’impianto. “Siamo pronti a sdraiarci davanti ai cantieri, questo inceneritore non s’ha da fare”, dà la carica uno dei convenuti. Anche il Pd ha un suo rappresentante: l’ex parlamentare ed ex portavoce del partito ai tempi della segreteria di Nicola Zingaretti, Marco Miccoli. Anche se i più presenti sono quelli del M5s. Oltre a Raggi ecco l’eurodeputato Dario Tamburrano e la battagliera parlamentare Patty L’Abbate: “C’è una narrazione che lascia credere che gli inceneritori servono, fanno trovare i rifiuti fuori dalla strada apposta ‘vedete com’è sporca la città?’. Ma io che insegno economica circolare so che non è così: vogliono fare gli inceneritori perché per loro è business, come in Sicilia quando me li inseriscono in commissione con il favore delle tenebre”.
Anche Raggi rivendica la battaglia: “Consumiamo più di quello che la terra ha prodotto, il nostro stile di vita non è sostenibile, una scelta politica di questo tipo è fuori dal tempo e dallo spazio. Vent’anni fa era giustificabile ma con le conoscenze attuali tecniche e scientifiche è una scelta folle, in contrasto anche con una rinnovata coscinenza religiosa ed etica che non è decrescita felice, ma produzione consapevole”. Mentre Rampelli va sul pratico: “L’inceneritore va contro l’economia circolare, per fermarlo bisogna cambiare la norma che da a Gualtieri come commissario straordinario per il Giubileo poteri assoluti, adesso, ad Anno santo che sta per iniziare, il governo non può farlo, ma dal 2026 bisogna valutare questa opzione”.