Fiamma risorta

Risorge la storica sala di via Bissolati, con triplo salto carpiato attorno al Centro Sperimentale

Marianna Rizzini

Roma. Nella disfida delle sale cinematografiche romane (che fare di quelle in disuso?), e nel bel mezzo del dibattito tra addetti ai lavori e governatore della regione Lazio Francesco Rocca, piomba la bella notizia: il cinema Fiamma di via Bissolati riaprirà. E non per diventare un supermercato, ma per tornare a essere il cinema dove si accorreva per le anteprime, tra le poltrone dall’aria fanè, nei luoghi della ex Dolce Vita. La multisala dunque risorgerà dalle ceneri, curata e gestita da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini (Associazione Culturale Playtown Roma). Antefatto: nel giugno del 2024, la sorte del Fiamma pareva disperata, per giunta dopo aver sperato in una soluzione. Antefatto dell’antefatto: la sala, chiusa nel 2017, inizialmente (era ministro della Cultura Dario Franceschini) pareva salva. Nel senso che si era pensato di farne un “polo d’aggregazione culturale dedicato al cinema italiano”, per mettere a disposizione dei cittadini il patrimonio della Cineteca Nazionale. Ma il cambio di governo aveva rimescolato le carte e rinfocolato le preoccupazioni. Così, alla notizia della messa in vendita, era partito un appello di registi, produttori e attori, tra cui Paola Cortellesi, Matteo Garrone, Luca Guadagnino, Mario Martone, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino: “La Cineteca Nazionale, il cinema italiano, la cultura italiana, hanno bisogno di una sala cinematografica” che non sia solo “esposizione, ma luogo di formazione, incontro, studio, celebrazione del nostro cinema e dei nostri autori”. L’allora direttore del Centro Sperimentale Sergio Castellitto aveva cercato (invano) di rassicurare i firmatari. Fatto sta che ora il Fiamma è stato acquisito dal gruppo Caroli — che l’ha rilevato dal Centro Sperimentale. Obiettivo: “Riaprirlo e farlo tornare a essere un punto di riferimento non solo per il quartiere, ma per tutto il pubblico romano, con spazi di aggregazione culturale e sociale”. La sala, insomma, diventerà un “polo multifunzionale” che terrà conto della storia (il Fiamma ha ospitato le anteprime de “La dolce vita” nel 1960 e di “8 ½” nel 1963) ma sarà motore di progetti “legati al cinema di qualità, alla scoperta di talenti e alla valorizzazione del patrimonio di oggi e di ieri”. Fabia Bettini e Gianluca Giannelli dicono che “il Fiamma sarà un cinema per tutti, grazie a un gruppo di imprenditori illuminati”. Rocca (e il sindaco Gualtieri) rientreranno dalla finestra, ché i curatori si dichiarano pronti a “entrare in dialogo con tutte le istituzioni”.  
 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.