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idi di marzo
Il Pd in Piazza del Popolo: spaccato dopo Strasburgo con Gualtieri organizzatore
Alla manifestazione del 15 marzo per l'Europa, il Partito democratico arriva con tre o quattro linee diverse. A cui si aggiungeranno quelle di Carlo Calenda e Matteo Renzi, per non dire degli Avs, su posizione opposta
Doveva essere la grande giornata della “piazza per l’Europa” e, di rimando, anche del sindaco Roberto Gualtieri, la piazza del Popolo del 15 marzo, ché il Comune di Roma, con altri comuni, si era fatto parte logistica dell’evento, nel senso dell’organizzazione, oltre che della partecipazione. E le adesioni alla manifestazione, nata da un articolo di Michele Serra su Repubblica, stavano infatti arrivando copiose: sigle, singole persone, attori, scrittori, archistar (Renzo Piano), ex sindaci (Walter Veltroni) e, in una versione “ma anche” del campo largo, leader di partito e di sindacato che sull’Europa e sull’Ucraina non hanno visione comune ma in Piazza del Popolo vogliono arrivare come il Partito democratico non è invece arrivato ieri in Europa, dove, sul tema del riarmo, anche detto “piano von der Leyen”, si è mostrato spaccato in due, tra adesioni (10) e astensioni (11). E insomma, mentre dal parlamento di Strasburgo giungeva la notizia dell’approvazione del piano per il riarmo Ue con 419 voti a favore, e mentre il sindaco Gualtieri, dai padiglioni del Mipim 2025 a Cannes, tesseva le lodi della capitale “aperta al futuro”, “attrattiva e competitiva”, parlando di riqualificazione e “forte impatto trasformativo dal punto di vista urbanistico”, a Roma si facevano i conti con l’uragano interno al Pd, uragano che punta direttamente alla piazza del 15 (dove la segretaria dem Elly Schlein sarà in prima fila), sotto forma di malumore nell’area riformista (e ieri in zona Nazareno c’era chi, come la deputata dem Marianna Madia, invocava a stretto giro una discussione in direzione “per capire”, spingendosi a nominare anche la parola “congresso”: non si può stare zitti, era il concetto). E dunque, nella preoccupazione per l’eventuale condanna alla marginalità del partito in ambito europeo, e per la confusione generata presso l’elettorato nazionale, i dem si avviano a Piazza del Popolo con tre o quattro linee diverse, cui si aggiungeranno, sotto gli occhi di Gualtieri e degli altri sindaci organizzatori ecumenici, la linea di Carlo Calenda e di Matteo Renzi, in piazza ognuno con la propria sfumatura, per non dire degli Avs, su posizione opposta. E pensare che lui, Gualtieri, qualche giorno fa, dal sito del Comune, aveva invitato a partecipare “tutti coloro che si sentono europei e vogliono ritrovarsi sotto al solo colore che li rappresenta, il blu della bandiera della Ue”. E vai a pensare che intanto, in quel di Strasburgo, sarebbe finita con i dem messi così.


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