Foto LaPresse

Roma Capoccia

Il salva-edicole. Una delibera comunale per rilanciare l'antico presidio di quartiere (ora anche “hub”)

Marianna Rizzini

L’edicola a Roma ha fatto a lungo parte della vita di una strada e di una piazza, per poi trasformarsi, negli ultimi quindici anni, in emporio ibrido open-air dove il quotidiano o la rivista affogavano in mezzo a giochi per bambini, bambole, cappelli con visiera, magliette a tema “Roma” e strani souvenir papali

C’era una volta l’edicola cuore del quartiere, passaggio d’abitudine, rito sospeso tra quotidiani, riviste e figurine; c’era una volta l’edicolante un po’ nonno, un po’ vigile, un po’ nume tutelare, un po’ depositario di segreti. L’edicola a Roma ha fatto a lungo parte della vita di una strada e di una piazza, per poi trasformarsi, negli ultimi quindici anni, in emporio ibrido open-air dove il quotidiano o la rivista affogavano in mezzo a giochi per bambini, bambole, cappelli con visiera, magliette a tema “Roma” e strani souvenir papali. Oggi però l’inversione di tendenza si percepisce non soltanto per qualche apertura coraggiosa di nuove edicole-avamposto che hanno l’aspirazione di essere punto di ritrovo, lettura, cultura e intrattenimento, dentro e oltre le vecchie funzioni, ma anche in Campidoglio, dove è stata depositata una delibera che ha per oggetto proprio il salvataggio dei chioschi in pericolo (anzi: ridepositata, ché non è la prima volta che un testo simile fa il suo ingresso tra le proposte al vaglio dell’aula). Titolari dell’iniziativa, i consiglieri capitolini di Azione Antonio De Santis e Flavia De Gregorio. Obiettivo: rilanciare i chioschi a rischio chiusura con una serie di misure concrete. “L’intento è salvaguardare il ruolo dell’edicola come presidio di informazione, lettura, scambio trasversale, incontro tra diverse generazioni”, dice De Santis. In attesa della calendarizzazione e votazione della proposta, si pone l’accento sul “sostegno concreto” ai chioschi a rischio. Nel solo primo municipio, per esempio, sono 48: il sostegno sarà quindi anche economico per l’ammodernamento dei punti vendita, con incentivi alla lettura per giovani, famiglie e over 60, e aiuto alla trasformazione delle edicole in “hub di servizi pubblici”, in un momento in cui molti chioschi risultano non compatibili, spiega De Santis, con il codice della strada, mentre altre dovrebbero spostarsi o ridurre lo spazio occupato. Altro aiuto concreto previsto: la riduzione del canone di occupazione del suolo pubblico, con sconto quinquennale per offrire agli edicolanti un ombrello di fronte a possibili rincari. L’edicola-hub, con tasse ridotte e aumento dei servizi, si offrirebbe quindi, rilanciata, come nuovo “presidio” di lettura e socialità. Piacerà, l’idea? I proponenti si attendono di raccogliere ampi consensi.
 

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.