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Roma Capoccia
Amano Corpus Animae: l'arte di Yoshitaka Amano a Roma
Pallori lunari e crepuscoli infiniti, cultura pop e gloriosa animazione. Un maestro di sensibilità e di raffinatezza artistica, in cui ogni dettaglio è maestosamente cesellato e curato. La mostra a Palazzo Braschi fino al 12 ottobre
Pochi hanno saputo cogliere l’ombrosa e irregolare consistenza dei romanzi dark fantasy di Michael Moorcock. L’unico in grado di effigiarne in immagini la caotica ambivalenza, l’irrisolta e serpeggiante violenza è stato il giapponese Yoshitaka Amano, che nei primi anni Ottanta realizzò deliziose, malinconiche e folgoranti copertine per il ciclo di Elric di Melniboné creato dallo scrittore britannico. E ad ammettere questa unicità, questo tocco grafico incredibile è stato proprio lo stesso Moorcock, anni fa. Ci sono buone possibilità che il nome di Amano dica poco ad alcuni, ma di certo non ad amanti di Sol Levante, cultura pop e gloriosa animazione, ma è certo che tutti, chi più grande chi più piccino, si siano confrontati direttamente o indirettamente con il genio di questo artista giapponese di cui Roma celebra ora i cinquant’anni di carriera.
La mostra “Amano Corpus Animae”, tenuta nella suggestiva cornice del Museo di Roma a Palazzo Braschi e curata da Fabio Viola, è stata inaugurata a fine marzo e sarà aperta fino al 12 ottobre. Una cavalcata attraverso quelle che giustamente la presentazione definisce come “mitologie contemporanee”, perché Amano, originario di Shizuoka, è da sempre legato alla grandezza mitopoietica del pantheon classico, romano e greco, che lui ha ibridato in maniera sapiente e personale con le atmosfere orientali, con la bellezza di figure eteree e rarefatte e al tempo stesso sanguigne. Pallori lunari e crepuscoli infiniti e sagome diafane che indossano armature e kimoni, una esplosione di senso che non per caso ha affascinato l’editor dei lavori di Neil Gaiman, Jenny Lee, del cui “Sandman” Amano ha ornato nel 1998, in occasione del decennale della fortunata graphic novel dark, la copertina. Tutti si sono imbattuti in opere di Amano, magari senza saperlo, si diceva. Questo perché ci sono buone possibilità che abbiate giocato a Final Fantasy o abbiate visto in televisione l’Ape Magà o Hurricane Polimar, icone del gaming e della cultura di animazione. Ecco, sappiate che sono parto della ellittica fantasia di Amano.
Il celebre Pinocchio giapponese, il burattino di animazione che ha allietato i pomeriggi di molti di noi da bambini, è anch’esso figlio del suo geniale tratto. Un maestro di sensibilità e di raffinatezza artistica, in cui ogni dettaglio è maestosamente cesellato e curato, e con una grande aura pop che ha spaziato dall’animazione al dark fantasy, al noir, al mito classico sovente rivisitato attraverso la lente di un gusto eclettico. E la mostra tiene conto di questa consistenza poliedrica, consentendo al visitatore di immergersi e traslarsi nei campi di espressione e di ispirazione del maestro giapponese. Una prima sezione dedicata alla formazione artistica e professionale di Amano, in cui ci imbattiamo nei visual degli anime celebri che lo hanno caratterizzato, alcuni dei quali già qui citati. Una seconda sezione che celebra invece la penetrazione di Amano nel gotha della cultura artistica occidentale, saldandosi nell’alleanza con Gaiman. E dato che parliamo di cultura pop, immancabili le raffigurazioni per Magic: the Gathering, per cui Amano ha realizzato una stordente e sensuale versione alternativa di Liliana, cupamente gotica e esoterica, l’arte del poster del delizioso film The Shape of Water, di Guillermo del Toro, e un David Bowie, che Amano dipinse e che Gaiman, ispirato dal tratto di Amano, trasformò in un futuribile personaggio.
Procedendo oltre, ci si immerge in maniera cristallina nell’amore di Amano per la mitologia classica, autentico legame con la cultura italiana e greca, per culminare quindi nella somma celebrazione del genio musicale di Giacomo Puccini, delle cui opere Amano ha realizzato dipinti divenuti locandine dedicate rispettivamente a Tosca, Madama Butterfly e Turandot. La passionale bellezza delle raffigurazioni è valsa all’artista giapponese il titolo di ambasciatore del Padiglione Italia a Expo 2025 di Osaka, a cementare ulteriormente, se mai ce ne fosse bisogno, la connessione culturale ed emozionale tra i due Paesi, nel nome di Amano.