Saverio ma giusto
Che fare con il taglio
Gulp! Gli esodati dal Parlamento verranno discriminati peggio degli ex detenuti. Idee per aiutarli
Sale il tasso di disoccupazione in Italia: +345 parlamentari perdenti posto nell’ultimo trimestre (anzi, negli ultimi tre giorni) e da ricollocare sul mercato del lavoro entro il 2023, se non prima. Non sarà facile: su di loro pesano pregiudizi sia sulla loro onestà che sulla loro efficienza professionale. Vengono considerati assenteisti, fannulloni, raccomandati. Gli esodati dal Parlamento verranno discriminati peggio degli ex detenuti; e probabilmente finiranno con il chiedere il reddito di cittadinanza, emarginati dalla società. Ma chi mi preoccupa di più sono i 600 parlamentari che restano: se mai il distacco dei cittadini dalla politica dovesse degenerare alle mani, 55 milioni di persone contro 600 e basta è davvero uno scontro impari. Che fine hanno fatto i valori dello sport? Anche se i cittadini si limitassero a dare un cazzotto ciascuno ai propri rappresentanti, ogni parlamentare arriverebbe a prendere 91.666,6667 cazzotti, che sono veramente tanti e fanno male -specie quelli dopo la virgola, perché picchiano sul picchiato, sono botte su fratture già scomposte.
Per riequilibrare e rendere lo scontro fra cittadini e istituzioni più equo, oltre che per la famigerata legge dei pesi e contrappesi, con l’apertura della “stagione delle riforme” si dovrà procedere, prima ancora che a una nuova legge elettorale, a una riduzione del numero degli elettori. 51 milioni di aventi diritto (dati del ministero dell’Interno) sono davvero troppi: in Belgio sono circa 10 milioni, in Austria 8, in Danimarca 5. Non si capisce perché qui da noi debbano essere così tanti, specie adesso che bisogna eleggere solo 600 persone – potevo capire finche erano 945, ma 600... Inoltre credo che sia giusto dare ai pochi parlamentari rimasti la libertà di scegliere da chi essere votati; altrimenti non è democrazia.
Per non parlare del risparmio: oggi le elezioni ci costano 400 milioni di euro, ma se riducessimo di un terzo gli elettori è ragionevole pensare che ce la caveremmo con 300 milioni – più di quanto risparmiamo dal taglio dei parlamentari, che si ferma a meno di 82 milioni di euro l’anno. A tal proposito: il risparmio ottenuto dal singolo cittadino grazie alla “più importante modifica dell’assetto istituzionale nella storia della Repubblica italiana” è di 1 euro e 35. (E qui vi confesso di aver votato No al referendum non per questioni di rappresentanza, difesa della costituzione e della democrazia, o altre cazzate del genere; ma solo per non fare la figura del tirchio). Altro che dibattito sul Recovery fund o sul Mes: come li vogliamo spendere, questi 1 euro e 35 centesimi? E’ chiaro che debbano essere investiti bene, in un grande progetto a lungo termine; altrimenti produrranno solo spesa e altro debito. E’ altrettanto chiaro però che con 1 euro e 35 oggi come oggi ti ci compri solo il sorriso di un mendicante.
La soluzione è unirci tutti in una grande cordata: se mettiamo insieme i nostri risparmi dal taglio dei parlamentari, dovremmo arrivare a poco meno di 82 milioni di euro l’anno. Una cifra che, a conti fatti, potremmo investire per pagare lo stipendio a dei nostri rappresentanti, persone a cui delegare le questioni politiche, la gestione dello Stato e altre cose di cui non sappiamo né capiamo assolutamente nulla, così da poter tornare finalmente a dedicarci in pace alle nostre attività. Insomma: mettendo insieme tutti i nostri 1 euro e 35 centesimi risparmiati con il taglio dei parlamentari, potremmo arrivare a permetterci ben 345 parlamentari in più. Mica male! Pensiamoci.