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Il Pe vota l'embargo sul gas

“Putin deve perdere”. Le sanzioni lente “sono un approccio stupido”, dice Glucksmann

David Carretta

L'europarlamentare francese spiega perchè con la Russia non si può cercare un accordo: l'unica strada è sconfiggerlo, non dargli una via di uscita

Strasburgo. Pensare che Vladimir Putin sia un leader razionale, pronto ad accettare un cessate il fuoco perché l’Unione europea taglia le importazioni di carbone o gli offre una via d’uscita onorevole dal conflitto che ha lanciato in Ucraina, immaginare che si calmerà dopo aver ottenuto qualche concessione territoriale o il riconoscimento della Crimea, è “completamente illusorio”, dice al Foglio Raphaël Glucksmann. “Non perché (Putin) è matto, ma perché la natura ideologica del regime che ha creato porta a una radicalità sempre più estrema e dunque non può fermarsi”. Putin – dice l’europarlamentare francese, figlio del filosofo André Glucksmann che era stato in prima linea per difendere i ceceni da un’altra guerra di Putin – “è fascista nel vero senso della parola” e “non quello delle nostre manifestazioni antifasciste”. Lo dimostrano “il suo discorso sulla purificazione della nazione”, “i massacri che i soldati russi non provano nemmeno a nascondere” e la “partecipazione volontaria della popolazione russa attorno al simbolo Z”.

 

In Europa c’è una visione “troppo ottimistica” del presidente russo: per porre fine alla guerra “Putin deve perdere. Gli europei devono capire che Putin deve perdere. L’unica porta d’uscita è questa: deve perdere”. Solo “poi si fa un accordo con lui”. Il Parlamento europeo ieri ha approvato una risoluzione in cui chiede l’embargo totale e immediato su gas, carbone e petrolio russi. Nello stesso momento, gli ambasciatori dei 27 faticavano ad approvare le nuove sanzioni. Alla fine la Germania e altri hanno ottenuto una deroga più lunga di quella proposta dalla Commissione sull’embargo del carbone, la misura più significativa del quinto pacchetto: i contratti in essere potranno proseguire per altri quattro mesi. “Questo approccio graduale delle sanzioni è strategicamente stupido”, spiega Glucksmann: l’Ue “non lo fa perché pensa che funzioni. Lo fa perché è molto complicato convincere i paesi su ciascuna tappa”. E’ “un modo per prendere tempo per convincere Scholz e gli altri”. Ma “siccome non vogliamo adottare l’embargo totale sull’energia, lasciamo dentro Swift le banche che ci servono a pagare il gas e questo annulla le nostre sanzioni su Swift”.

 

Per Glucksmann, “bisogna passare a sanzioni molto più massicce” per isolare  la Russia. Quanto costa? “Abbiamo messo l’economia europea in pausa per due anni per combattere un virus. Ce l’abbiamo fatta con la solidarietà”, dice Glucksmann: “Dobbiamo fare la stessa cosa per pace e guerra in Europa”, altrimenti “la prossima volta la discussione non sarà sull’1 per cento di pil, ma se andiamo o no (a combattere) in guerra”. E poi “qual è il costo in termini di pil di 15 anni di tensioni con la Russia?”.

 

“La seconda cosa da fare è fornire armi” all’Ucraina, dice Glucksmann. Invece, “stiamo ancora qui a discutere” quanto sia difensivo o offensivo un carro armato o un aereo”. Chiarito che “non combatteremo” in Ucraina e “non ci sarà un confronto militare diretto” con la Russia, “quello che dobbiamo fare è dare agli ucraini ciò di cui hanno bisogno, inclusi missili e aerei”. Secondo Glucksmann, gli europei “sanno che Putin non bombarderà Parigi, ma hanno paura di rompere i ponti”, anche se “i ponti sono già distrutti”. Come con il gas, “la logica dei leader europei è che non bisogna far arrabbiare Putin perché così possiamo fare un accordo con lui”, dice Glucksmann. Ma “Putin non vuole un accordo con noi. Capito? Non vuole”.