Carri Lince e nuovi mitragliatori. Così l'Italia si prepara a rafforzare il sostegno militare a Kyiv

Valerio Valentini

La distinzione tra armi difensive e offensive si fa sempre più patetica, nella propaganda grillina. Domani Guerini riferirà al Copasir

Andrà definita la forma. Se farlo subito, col decreto interministariale in preparazione in queste ore, o con un nuovo atto da varare nel giro di qualche giorno. Sta di fatto che la via è segnata. Tra i sostegni militari che l'Italia invierà a Kyiv ci sono anche i Lince, dei carri blindati specializzati nel trasporto sicuro di drappelli di soldati, tenendoli al riparo dalla minaccia di eventuali mine o dai colpi delle mitragliatrici pesanti. Si tratta di mezzi, quelli prodotti da Iveco Defence, che dunque si configurano come difensivi. A meno, però, di non equipaggiarli diversamente, come pure è possibile. E non è un caso che tra le armi che l'Italia spedirà all'Ucraina ci saranno anche dei mitragliatori e dei razzi Milan che possono, appunto, essere montati in torretta sul tetto del Lince. 

 

Che non lo si dica a Giuseppe Conte, quindi, per il quale la distinzione tra armi difensive e offensive è un qualcosa di granitico e cristallino: e solo le prime sarebbero giustificate, nella logica del capo del M5s, in un'ottica di sostegno a un paese aggredito. I dettagli, in ogni caso, andranno definiti nelle prossime ore. Tra il ministero della Difesa, quello degli Esteri e Palazzo Chigi, si sta decidendo se procedere subito a un decreto completo, che contempli l'invio di tutte le armi designate, o se scegliere una strada più lunga, e dunque varare stanziare subito un primo pacchetto di sostegni militari che ricalchi quelli già inviati col precedente decreto, per poi provvedere a rafforzare lo stanziamento con un provvedimento successivo, da approvare nel giro di qualche giorno.

 

Qualcosa in più, comunque, la si capirà domani pomeriggio. Alle 15, infatti, è prevista l'audizione di Lorenzo Guerini davanti al Copasir. Sarà quella l'occasione per il ministro della Difesa per illustrare le decisioni prese dal governo. Secondo la procedura adottata dal Parlamento, infatti, l'esecutivo è delegato a predisporre invio di nuove armi nelle forme e nei tempi che riterrà opportuni, d'intesa ovviamente con gli alleati europei e atlantici, salvo darne puntuale comunicazione alle Camere proprio attarverso il Copasir.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.