La giornata
L'invasione russa in Ucraina: le notizie del giorno
I soldati ucraini barricati nelle acciaierie di Azovstal sono stati evacuati: la Russia parla di resa ma in realtà è stato firmato un accordo. La Svezia ha firmato la richiesta d'annessione nella Nato e la Finlandia ha approvato in Parlamento la proposta. Fermi i colloqui di pace
La giornata in breve:
- L'esercito ucraino sostiene che le truppe a Mariupol hanno terminato la loro missione, dopo che centinaia di soldati hanno lasciato l'acciaieria Azovstal. Dopo 82 giorni di bombardamenti più di 260 combattenti ieri sono stati portati nei territori controllati da Mosca e si prevede che saranno scambiati con prigionieri di guerra russi. Alcuni combattenti rimangono ancora intrappolati nell'impianto siderurgico sotto assedio e Kyiv dice che sono in corso trattative per salvarli. La Russia controllava già il resto di Mariupol, una strategica città portuale nel sud dell'Ucraina che è stata rasa al suolo da pesanti bombardamenti
- Fonti militari occidentali confermano che Vladimir Putin è ora direttamente coinvolto nella gestione quotidiana della guerra e prende decisioni operative e tattiche “a livello di colonnello o brigadiere”
- Putin starebbe aiutando a decidere i movimenti delle forze nel Donbas, dove la scorsa settimana gli invasori hanno subito una sanguinosa sconfitta mentre tentavano di attraversare un fiume molto importante a livello strategico
- Avanza il processo di avvicinamento di Finlandia e Svezia alla Nato. Ma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan suggerisce di bloccare le domande di adesione e accusa i due paesi scandinavi di ospitare terroristi curdi del Pkk
Eni apre un conto in rubli ma pagherà solo in euro il gas russo
L'Eni ha avviato la procedura per l'apertura di due conti in Russia tra cui uno in rubli come prevede la nuova normativa russa per il gas. Eni "in vista delle imminenti scadenze di pagamento per i prossimi giorni, ha avviato in via cautelativa le procedure relative all'apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K, uno in euro e uno in rubli, indicati da Gazprom Export secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento del gas disposta" dalla Russia, scrive Eni nel comunicato. "La decisione, condivisa con le istituzioni italiane – prosegue la nota – è stata presa nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export". Eni continuerà a pagare in euro il gas alla Russia. "Da un lato, a oggi, Gazprom Export e le autorità federali russe competenti hanno confermato che la fatturazione (giunta a Eni nei giorni scorsi nella valuta contrattualmente corretta) e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto", spiega il gruppo italiano. "Le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli – prosegue Eni – saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall'accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa". Sarà "a carico di Gazprom Export ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti".
La Corte penale internazionale invia una squadra per indagare sui crimini di guerra
La Corte penale internazionale ha inviato una squadra di 42 investigatori, esperti forensi e personale di supporto in Ucraina nel "più grande dispiegamento sul campo mai realizzato" dalla sua procura. Il procuratore capo dell'ICC, Karim Khan, ha dichiarato che gli investigatori raccoglieranno testimonianze di eventuali crimini di guerra, mentre gli esperti forensi lavoreranno con le autorità ucraine per mappare l'esistente e "rafforzare la catena di custodia" per quanto riguarda le prove. "Ora più che mai abbiamo bisogno di mostrare la legge in azione", dice. "È essenziale dimostrare ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime che il diritto internazionale è rilevante al fine di portare loro un po' di conforto attraverso il processo di giustizia".
Che fine faranno i prigionieri ucraini del battaglione Azov
Per settimane, centinaia di soldati sono stati rintanati in un labirinto di tunnel e bunker sotto le acciaierie Azovstal a Mariupol, mentre le forze russe hanno preso il controllo del resto della città trasformato in gran parte in una landa desolata dai bombardamenti a tappeto. Molti dei combattenti bloccati ad Azovstal hanno riportato ferite gravi, e le scorte mediche e alimentari erano razionate. Il destino di centinaia di soldati ucraini che hanno posto fine a settimane di resistenza nell'impianto siderurgico rimane poco chiaro, dopo che i combattenti si sono arresi e sono stati trasferiti nel territorio controllato dalla Russia.
Il procuratore generale russo ha chiesto alla Corte suprema di riconoscere il reggimento ucraino Azov, milizia ultranazionalista ora integrata nella Guardia nazionale ucraina, come "organizzazione terroristica". La Corte dovrebbe esaminare il caso il 26 maggio, riferisce Interfax. La Duma, il parlamento russo, si sta muovendo per impedire che i soldati dell'Azov vengano inclusi in qualsiasi scambio di prigionieri. Vyacheslav Volodin, portavoce della Duma, ha detto che i suoi membri sono "criminali nazisti". "Sono criminali di guerra e dobbiamo fare di tutto per assicurarli alla giustizia", ha detto.
I colloqui di pace tra Ucraina e Russia si sono bloccati
Il principale consigliere presidenziale e negoziatore dell'Ucraina, Mykhailo Podolyak, ha detto che i negoziati con la Russia sulla risoluzione del conflitto sono stati sospesi. Podolyak ha incolpato per questo la "mentalità stereotipata di Mosca". Da quando le due delegazioni si sono incontrate a Istanbul alla fine di marzo, ha dettto, non si è visto "nessun cambiamento significativo, nessun progresso". Mosca non capisce che la guerra "non va più secondo le sue regole, i suoi piani e i programmi", ha detto, mentre allo stesso tempo la "resistenza dell'Ucraina cresce, ecco perché non c'è modo che la Russia raggiunga i suoi obiettivi”. Secondo Podolyak l'élite politica in Russia ha paura di dire la verità e sta scegliendo di "continuare i negoziati come elemento della loro propaganda solo per uso domestico".
Il viceministro degli esteri russo, Andrei Rudenko, ha detto che al momento praticamente non sono in corso colloqui di pace. "No, le trattative non proseguono. L'Ucraina si è praticamente ritirata dal processo negoziale".
Mosca espelle due diplomatici finlandesi
Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato in un comunicato ufficiale che due dipendenti dell'ambasciata finlandese a Mosca sono "persone non grate", disponendo così la loro espulsione dal paese. In particolare questa mattina l'ambasciatore finlandese a Mosca, Antti Helantera, è stato convocato al ministero degli Esteri, dove gli eè stata presentata una protesta in relazione alla precedente espulsione di due dipendenti dell'ambasciata russa ad Helsinki; inoltre, sono state espresse da parte del ministero critiche alle sanzioni antirusse dell'Ue, nonchè al "corso conflittuale della Finlandia nei confronti della Russia, compresa la fornitura di armi al regime di Kyiv" e alla copertura dei "crimini dei nazionalisti ucraini contro la popolazione civile del Donbas e dell'Ucraina".
Nato, la Svezia ha firmato la richiesta d'adesione, la Finlandia ha approvato in Parlamento la proposta
La Svezia ha firmato la domanda di adesione alla Nato: il ministro degli Esteri Ann Linde, firmataria del documento, ha annunciato che "è qualcosa di importante e serio, la decisione che crediamo migliore per la Svezia". La richiesta inoltrata dal paese scandinavo sarà inviata insieme a quella della Finlandia, il cui primo ministro Sanna Marin si sta dando da fare nelle ultime settimane affinchè il suo paese possa aderire all'alleanza atlantica.
Il parlamento finlandese ha approvato la proposta per fare domanda di adesione. La proposta è stata approvata con 188 voti favorevoli e 8 contrari. La Finlandia dovrebbe ora firmare una domanda formale e presentarla al quartier generale della Nato nei prossimi giorni.
I leader di Finlandia e Svezia si incontreranno giovedì prossimo con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Washington per parlare della loro decisione di chiedere l'adesione alla Nato. Discuteranno anche di "sicurezza europea, nonché del rafforzamento delle nostre strette collaborazioni su una serie di questioni globali e il sostegno all'Ucraina", ha detto un portavoce della Casa Bianca.
Tutti gli stati membri dell'Ue sosterranno Finlandia e Svezia nell'adesione alla Nato, ha detto Josep Borrell, capo della politica estera dell'Unione. Borrell ha aggiunto che "spera" che la Nato superi le obiezioni della Turchia. Nel frattempo, anche il presidente della Finlandia, Sauli Niinistö, ha detto che il suo paese e la Svezia potranno raggiungere un accordo con Ankara. "Le dichiarazioni della Turchia sono cambiate molto rapidamente e sono diventate più difficili negli ultimi giorni. Ma sono sicuro che, con l'aiuto di discussioni costruttive, risolveremo la situazione".
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che l'adesione di Finlandia e Svezia probabilmente "non farebbe molta differenza" poiché i due paesi hanno partecipato da tempo alle esercitazioni militari Nato.
L'assedio di Azovstal è finito: i soldati ucraini sono stati evacuati dalle acciaierie
Nelle acciaierie di Mariupol dove si combatteva da 82 giorni sono stati evacuati 264 soldati, di cui 53 gravemente feriti: non tutti sono stati estratti dai bunker di Azovstal perchè il resto del battaglione è ancora nei sotterranei di cui al momento non si hanno ancora cifre precise. I media di Mosca hanno parlato di una resa e hanno pubblicato sul canale Telegram del dipartimento militare un filmato dei militari ucraini che si consegnano.
In realtà è stato firmato un accordo tra Ucraina e Russia nel quale si prevede uno scambio di prigionieri: non è, quindi, una resa. Il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Maliar, ha dichiarato ieri che 53 soldati gravemente feriti sono stati evacuati in un ospedale nella città di Novoazovsk, controllata dalla Russia e che più di altri 200 sono stati trasportati attraverso un corridoio fino a Olenivka. Avrà luogo una "procedura di scambio" per riportarli a casa, ha aggiunto. Il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk questa mattina ha detto: “Dopo che le loro condizioni si saranno stabilizzate, li scambieremo con prigionieri di guerra russi. Stiamo lavorando alle prossime fasi dell'operazione umanitaria”.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha rifiutato di commentare lo stato e il trattamento delle truppe evacuate. "Putin ha garantito che i combattenti ucraini saranno trattati in linea con le leggi internazionali in materia", ha detto. Parlando alla Duma, il presidente Vyacheslav Volodin ha detto che non dovrebbero essere oggetto di scambio ma dovrebbero invece essere assicurati alla giustizia.
Di fatto, dopo la fine dell'assedio all'ultimo baluardo ucraino, Mariupol è caduta interamente nelle mani dei russi, che ora possono vantarsi di aver conquistato la città nella posizione strategica sul mar d'Azov.
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