Foto di Bernat Armangue, via LaPresse 

La storia insegna

Se Putin vuole vincere la sua guerra dal cielo, buona fortuna

Maurizio Stefanini

I conflitti passati dimostrano che i bombardamenti aerei sono stati usati dalle nazioni per due scopi: uno strategico-militare, l'altro psicologico. Ma così le possibilità di conquistare uno stato sono minime

Mentre l’esercito di Kyiv è da mesi sotto attacco e continua a riconquistare una località dopo l’altra, in questo momento tutta l’iniziativa russa è ridotta al lancio di missili sulle città dell’Ucraina. L’obiettivo del presidente russo Vladimir Putin è spargere il terrore e distruggere le infrastrutture, soprattutto quelle energetiche. Molte altre campagne di bombardamenti sono state fatte nella storia. Dagli angloamericani su Germania, Italia e Giappone durante la Seconda guerra mondiale; o dalla Nato nelle guerre della ex Yugoslavia o dagli occidentali nelle guerre in Iraq e Afghanistan. Quelli, però, erano fatti essenzialmente da aerei. Offensive portate avanti tutte a colpi di missili ricordano invece i colpi di coda di Saddam, sia con l’Iran sia durante la guerra del Kuwait, quando mirò a Israele e all’Arabia Saudita. E andrebbe aggiunto anche il gas usato contro i curdi, in particolare ad Halabja, a proposito delle armi di distruzione di massa che non furono trovate nel 2003. Non c’erano in effetti più, perché l’arsenale era stato smantellato con la sconfitta e l’invasione. C’erano però state, erano state usate, e avevano ucciso (ad Halabja, il 16 marzo 1988, tra le 3.200 e le 5.000 persone).

 

Una offensiva missilistica fu quella che condusse Hitler con le V1 e V2. V come Vergeltungswaffen: arma di rappresaglia. La V1 era un piccolo aereo senza pilota, riempito con 830 chili di esplosivo. Prodotto in serie dal settembre 1943, venne rivelato al mondo il 13 giugno 1944 con un bombardamento della zona di Londra. Attenzione alla data. Il 4 giugno gli Alleati erano entrati a Roma; il 6 giugno c’era stato lo sbarco in Normandia. 


Iniziato nel 1911 proprio dalla nostra Regia aeronautica in Libia, il bombardamento aereo in guerra ha essenzialmente due funzioni. Il generale italiano Giulio Dohuet, durante la Prima guerra mondiale, teorizzò la possibilità di vincere una guerra con soli bombardamenti “strategici” senza bisogno di utilizzare truppe di terra. Un modello di massicci bombardamenti strategici “a tappeto” fu quello voluto da Sir Arthur Travers Harris, comandante delle Forze di bombardamento metropolitane della Royal Air Force, a partire dal 1942 sulla Germania. Anche i bombardamenti americani durante la guerra del Vietnam ebbero un parametro simile. Alla fine, però, anche quelli finirono per avere una funzione “tattica”: di appoggio e preparazione alle forze di terra. Fu lo stesso schema con cui gli Stati Uniti precedettero gli attacchi in Kuwait del 1991, in Afghanistan del 2001 e in Iraq del 2003. In realtà, l’unica guerra condotta e vinta solo dall’aria è per ora quella di Bill Clinton per il Kosovo.

 

Anche i russi in Cecenia e Siria hanno fatto bombardamenti tattici. Ma non è stato il caso in Ucraina, perché Putin ha creduto alla sua stessa propaganda secondo cui gli ucraini avrebbero accolto i russi come liberatori con fuori e applausi. Anche Hitler aveva massicciamente usato la Luftwaffe come appoggio tattico al Blitzkrieg di terra. Si avvicinò al concetto di guerra aerea strategica la Battaglia d’Inghilterra, ma anche lì l’obiettivo era appoggiare lo sbarco, e quando l’Operazione Leone Marino si rivelò impossibile i bombardamenti cessarono.       


Quando ripresero, si usarono le V1 perché ormai la Germania non aveva più la capacità di mandare aerei sul cielo britannico. Ne furono fabbricate 30.000, fu però abbattuto il 70 per cento di quelle lanciate, e ormai l’obiettivo non era più né tattico né strategico, ma solo psicologico: il colpo di coda di un apparato militare ormai sconfitto e incapace di fare male in altri modi. L’8 settembre 1944 si aggiunse anche la V2, che era un missile monostadio, e di esplosivo ne portava una tonnellata. Ne costruirono 5.789; complessivamente ne giunsero 1.115 sulla Gran Bretagna (principalmente nella zona di Londra) e 1.675 su obiettivi continentali (principalmente la città di Anversa). Ma la guerra ormai era persa, e non fu il terrore missilistico a cambiarne il corso.  

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