Foto di Andrew Harnik, via LaPresse 

verso il 13 dicembre

L'incontro di Macron e Biden e la conferenza per l'Ucraina (non per la pace)

Antonia Ferri

Il bilaterale tra i due capi di stato che si è tenuto ieri ha portato all'annuncio di una conferenza internazionale il 13 dicembre a Parigi. Ma al contrario delle informazioni riportate su vari media, servirà a coordinare i nuovi aiuti per Kyiv anche attraverso forniture per la difesa aerea

Ieri sera è circolata la notizia di una presunta "conferenza di pace" che si dovrebbe tenere a Parigi il 13 dicembre. La decisione sarebbe stata presa a seguito dell'incontro tra il presidente francese Emmanuel Macron e quello degli Stati Uniti Joe Biden. Ma dei risultati del bilaterale che si è tenuto alla Casa bianca è stata riportata una parola di troppo legata all'invasione russa dell'Ucraina: pace. La mancanza di rigore, come spiega il giornalista del Foglio David Carretta su Twitter, ha permesso di travisare il contenuto della dichiarazione congiunta, in cui si cita chiaramente la parola "pace" legata a Europa, Taiwan, Sahara, Medio oriente e deterrenza nucleare, ma non la si usa in riferimento all'aggressione che ha travolto l'Ucraina.

 

Infatti, su questo punto – tradotto nei metodi diplomatici da mantenere con il presidente russo – la strada dei grandi dell'occidente rimane la stessa: il pieno e incondizionato sostegno al paese del presidente Volodymyr Zelensky fino a quando sarà necessario. Per questa ragione, Biden ha pochi giorni fa dato istruzioni al Dipartimento di stato per lo stanziamento di altri 400 milioni di dollari che finanzieranno il supporto militare all'Ucraina. E in questa stessa direzione vanno le dichiarazioni conseguenti all'incontro di ieri tra i due leader, che, sì, hanno indetto una conferenza internazionale a Parigi per il 13 dicembre, ma allo scopo di coordinare gli aiuti necessari all'Ucraina per superare l'inverno e difendersi dagli attacchi di Vladimir Putin alle infrastrutture (in particolare, a quelle energetiche). Un'intesa che spinge per accelerare le forniture per la difesa aerea. 


Nel solco di questa posizione si inseriscono anche i provvedimenti del governo italiano, che ieri in Consiglio dei ministri ha licenziato il decreto che dà copertura all'invio di armi per Kyiv anche nel 2023. Il provvedimento sarà poi discusso in Parlamento e riferirà nel merito il ministro della Difesa Guido Crosetto il prossimo 13 dicembre.