Foto di Filippo Attili, Palazzo Chigi, via LaPresse 

Il viaggio

Meloni tra le macerie di Bucha e Irpin. La commozione e l'impegno: "Resteremo al vostro fianco"

Simone Canettieri

La premier nei due luoghi simbolo dell'invasione russa in Ucraina. Nella città del massacro si è commossa e ha deposto una corona di fiori. Nella seconda tappa ha ribadito ancora una volta il sostegno alla causa della resistenza e la vicinanza a Zelensky

Dopo il viaggio nella notte e l'arrivo a Kyiv, la premier Giorgia Meloni ha visitato alle 12.30 Bucha, la città in cui l'esercito russo ha massacrato lo scorso marzo circa 400 ucraini, per poi spostarsi un'ora dopo a Irpin, centro di pesanti bombardamenti all'inizio della guerra.

Parlando con il procuratore della città di Bucha, la premier ha detto che “l’Italia c'è stata fin dall’inizio e continuerà a esserci fino alla fine”. Il presidente del Consiglio ha visitato la chiesa ortodossa di Sant’Andrea nei pressi delle fosse comuni. Si è fermata a visitare la mostra fotografica che espone le foto del massacro perpetrato dai russi nella città non conquistata: le vittime nei sacchi di plastica, i corpi mutilati. Ha scosso la testa, si è stretta nel cappotto nero, si è commossa per quello che ha visto.

 

Foto di Filippo Attili, Palazzo Chigi, via LaPresse 

 

Poi c’è Irpin, la seconda tappa. Tra i palazzi sventrati, odore acre dei cadaveri che non va più via. Ci sono strutture di cui si vede solo lo scheletro, altre in corso di costruzione. Le auto parcheggiate fanno compagnia a cumuli di lamiera. È il presepe dell’invasione a pochi chilometri dalla capitale, assalto e resistenza. Giorgia Meloni passa da qui in questo fazzoletto che rimane tra i luoghi più colpiti dalle bombe. All'arrivo le autorità regionali al seguito del convoglio illustrano quanto accaduto al presidente del Consiglio. C’è un momento di solidarietà concreta: la consegna da parte di Meloni dei generatori a supporto delle infrastrutture critiche. Sono presenti rappresentanti di associazioni italiane attive a Kyiv. Proprio a Irpin, in questa cartolina crivellata dai colpi delle mitragliatrici, si fermò lo scorso giugno Mario Draghi, durante la visita con Macron e Scholz. Meloni si muove in un paesaggio surreale: dopo gli attacchi c’è chi ritrovandola intatta è ritornato a casa. Di tanto in tanto passeggiano persone con la testa bassa. Escono dalle auto, entrano in casa. Non sono attirati dalla curiosità.

Parlando alla tv ucraina, Meloni ha dichiarato che nella città martoriata vede "un popolo che sta combattendo per resistere" e ha aggiunto che "è diverso leggere dei numeri e vedere invece a caldo la vita della gente distrutta senza una ragione". La premier ha inoltre annunciato che incontrerà il presidente Zelensky: "Gli chiederò cos'altro possiamo fare per dare una mano" perché quella degli ucraini è "una battaglia che combattono anche per noi, ed è importante che la gente lo sappia". 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.