Big data per la ricerca. Così Maroni porta l'intelligenza artificiale nella sanità italiana
“Vogliamo mettere in rete i dati del servizio sanitario della Lombardia, che potranno servire come big data ai medici per migliorare gli esami clinici, dare diagnosi più veloci, prevenire malattie” dice il presidente della regione Lombardia al Foglio
San Francisco. Un nuovo centro di ricerca Ibm applicato alla sanità, da aprire a Milano, del valore di 150 milioni di dollari. E’ questo il progetto che Roberto Maroni “porta a casa” dalla sua visita a Silicon Valley conclusa oggi. Il presidente lombardo, insieme al vicepresidente Fabrizio Sala, ha accompagnato per tre giorni una delegazione di Confindustria Lombardia e torna a Milano con un piano per portare nel capoluogo lombardo Watson Health, sistemone del colosso americano per mettere insieme i big data della sanità offrendo ai medici e ai ricercatori strumenti infinitamente maggiori per la diagnosi e la cura, grazie anche all’intelligenza artificiale. “Vogliamo mettere in rete i dati del servizio sanitario della Lombardia, che potranno servire come big data ai medici per migliorare gli esami clinici, dare diagnosi più veloci, prevenire malattie” dice Maroni al Foglio. Watson è una piattaforma che Ibm ha sviluppato anche in altri Paesi per mettere sul cloud i dati sanitari dando nuova potenzialità alla ricerca. “Riesce in 15 secondi a leggere 40 milioni di dati” dice Maroni. “Ed è particolarmente utile nel caso delle malattie rare”.
Se Renzi aveva portato Apple a Napoli, Maroni porta Ibm a Milano; anche se è un progetto che nasce su base bipartisan, “un primo accordo era stato firmato dal presidente del Consiglio Renzi un anno e mezzo fa” dice Maroni al Foglio, “ma nel frattempo non se ne è fatto niente, la burocrazia si è messa di mezzo e dopo un anno e mezzo siamo ancora lì a capire se si può fare o no. E Ibm è scoraggiata, mentre altre città europee si sono fatte avanti” continua. Watson “dovrebbe portare 100 nuovi posti di lavoro a Milano, ed essere contiguo allo Human Technopole Italy 2040, un hub internazionale per promuovere la conoscenza nel campo della genomica, dei Big data, dell’invecchiamento della popolazione e dell’alimentazione”. “Chiaramente sono dati sensibili, e c’è il problema della privacy”, dice Maroni, “ma noi siamo in grado di garantirne il rispetto”. L’autorità della privacy dovrebbe così dare il via libera, “mentre appena arrivo in Italia sentirò il governo per accelerare su questo progetto”.
Il sogno di Maroni è quello, con Watson, di “creare a Milano una città della Salute, se riusciamo a portare anche l’autorità europea del Farmaco”, installando Watson e il Technopole nella sede o ex Expo o ex Falck a Sesto San Giovanni. Maroni è rimasto molto colpito dalla visita a Silicon Valley, organizzata insieme al consolato italiano a San Francisco, “la più importante trasferta che abbia mai compiuto nei miei quattro anni da presidente”, vuole tornare a breve, intensificare i rapporti, mettere le basi per altri accordi anche politici, e annuncia altre sinergie. Gli altri incontri che l’hanno più colpito sono stati con Airbnb, di cui ha visto Chris Lehane, il portavoce del gruppo (ex portavoce di Bill Clinton) si vuole investire per valorizzare la Lombardia, “un territorio che tutti conosciamo come leader nell’industria e nell’economia ma che ha investito poco sul turismo, vogliamo cambiare la prospettiva, solo in Lombardia ci sono 10 dei 50 siti Unesco italiani”. E con Facebook: la Lombardia punta a un accordo tra il social network e la Protezione civile sul tema del soccorso in casi di emergenza col sistema “Safety Check”.
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