Beppe Grillo (foto LaPresse)

Vaccinarsi dalle balle grilline

Luciano Capone

Il New York Times fa a pezzi il M5s sui vaccini, Beppe Grillo si difende e moltiplica le bufale

Roma. Era naturale che il “dibattito” sull’utilità dei vaccini, tema ormai centrale nella disastrata discussione politica di questo paese, dovesse prima o poi finire sulla stampa internazionale. Il New York Times in un editoriale dal titolo “Populismo, politica e morbillo”, che parla dell’aumento dei casi di morbillo in Italia dovuti al calo delle coperture vaccinali, ha evidenziato le posizioni politiche dei grillini: “In Italia il movimento populista Cinque stelle (M5s) guidato dal comico Beppe Grillo ha fatto attivamente campagna su una piattaforma anti-vaccini, ripetendo i falsi legami tra vaccinazioni ed autismo”. Grillo ha risposto dal Sacro blog con un sobrio post dal titolo “Un vaccino obbligatorio contro le cazzate dei giornali”, in cui scrive che nell’articolo del Nyt “a sostegno di questa balla non c’è nulla, neppure un link, un riferimento, una dichiarazione. Nulla. Non c’è, perché è una balla”. E ancora: “Non esiste nessuna campagna del MoVimento 5 Stelle contro i vaccini, né una piattaforma Anti vaccini, né sono mai stati ripetuti falsi legami tra vaccinazioni e autismo”. Ovviamente la “balla” è quella di Grillo, non ci sarebbe neppure da discuterne, ma si può rimediare alla mancanza del Nyt con una piccola selezione della vasta produzione di stupidaggini di Grillo e del M5s contro i vaccini.

 

 

Nel 1998, nello spettacolo “Apocalisse morbida”, Grillo diceva che “là dove hanno fatto le vaccinazioni le malattie sono scomparse, là dove non le hanno fatte le malattie sono scomparse lo stesso”. E inoltre aggiungeva che i vaccini “abbassano le difese immunitarie. Oltre a essere dannosi sono anche inutili perché malattie come la difterite e la polio “stavano scomparendo per i cazzi loro”. Nel 2007 in un post dal titolo “L’epidemia dell’autismo”, Grillo scriveva: “Un bambino su 150 soffre di autismo. Venti anni fa solo uno su 2.000. Gli scienziati attribuiscono la crescita all’inquinamento ambientale, alimentare e da vaccini e farmaci”. Naturalmente si tratta di affermazioni false, come quelle contenute nel post del blog di Grillo dal titolo “Di vaccino si può morire” a firma di “Nik il Nero”, l’ex camionista assunto dal M5s per rincorrere il direttore del Tg1 Orfeo.

 

 

“Recenti studi – c’è scritto in una proposta di legge del M5s – hanno messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e alcune malattia quali leucemia, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo”. La senatrice M5s Paola Taverna, segretaria della Commissione sanità, diceva che “c’è una sentenza che dice che il vaccino può causare l’autismo” e poi: “La gente non si vaccina perché non crede più alle case farmaceutiche e al ministero della Salute. Le case farmaceutiche devono vendere qualche cosa? Si sono trovati un vaccino che non sanno cosa farci e ce lo vònno (sic!) somministrare?”. Per l’eurodeputato Piernicola Pedicini, responsabile delle politiche del M5s sui vaccini, “la somministrazione polivalente (dei vaccini) può causare danni da sovraccarico e shock al sistema immunitario”. Se una critica si può fare al Nyt è quella di esserci andato troppo leggero con le tante e ripetute sciocchezze di Grillo e dei suoi accoliti. Le follie antiscientifiche del capocomico peraltro non si limitano ai vaccini. Ha affermato che l’Aids è “la più grande bufala del secolo” e ha appoggiato le più assurde “cure” di ciarlatani contro i tumori. Grillo ha sponsorizzato il “metodo Di Bella”, elogiato un certo Pantellini che “curò la moglie, malata terminale, con succo di limone”. Ha persino descritto come un perseguitato da Big Pharma Liborio Bonifacio, un veterinario che diceva di curare il cancro attraverso un miracoloso “siero” ricavato dalle feci e dall’urina di capra.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali