MoVivaccino. Sterzata provax a Cinque stelle
Il ministro Grillo manterrà l'obbligo vaccinale contro il morbillo ma non per l'esavalente. “Qualcuno ha fatto un po’ di confusione ma siamo favorevoli ai vaccini”. La confusione l'hanno fatta i grillini
Secondo l'Oms il nostro paese è al quinto posto nel mondo per incidenza di morbillo. Il 26 luglio scorso il Sistema di sorveglianza integrata dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) ha aggiornato il dato: “In Italia, dal 1° gennaio al 30 giugno 2018, venti regioni hanno segnalato 2.029 casi di morbillo (267 nel mese di giugno), inclusi 4 decessi. Il 91,3 per cento dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,4 per cento era stato vaccinato con una sola dose. Quasi la metà (48,9 per cento) ha sviluppato almeno una complicanza mentre il 59,5 per cento dei casi totali è stato ricoverato”. Il ministro della Salute Giulia Grillo è stata intervistata oggi a L’Aria che tira ed è tornata sul tema: “Noi non siamo contro i vaccini”, ha detto su La7, ma per “utilizzare lo strumento dell’obbligo in maniera intelligente, obbligando i cittadini laddove è necessario, sicuramente per il morbillo, che è il vero problema di questo paese. A differenza di altre patologie dove è sufficiente la raccomandazione, ad esempio per l’esavalente” (cioè quello contro difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite e malattia causata da Haemophilus influenzae tipo b). “Nel Lazio manteniamo l'obbligo su tutte le vaccinazioni”, risponde il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Basta con le parole che disorientano le famiglie”. Mentre Grillo spiega che il M5s non è contrario ai vaccini. “Su questo qualcuno ha fatto un po’ di confusione ma siamo favorevoli ai vaccini”. Chiamala confusione.
A generare sconcerto è proprio l'andamento beccheggiante dei grillini stessi sul tema vaccini. Solo mercoledì 8 agosto, il ministro Grillo in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera aveva dichiarato che bisogna accettare le morti da morbillo: “Non puoi illudere la gente che non morirà nessuno. Dobbiamo essere realisti”, aveva detto. La posizione del M5s sui vaccini è stata sempre opaca, tra liaison dangereuses coi no vax e brusche sterzate verso opinioni più moderate. A dirla tutta, il primo a schierarsi in quota antivaccinista era stato lo stesso Beppe Grillo, che in un video si scagliava contro le vaccinazioni e spiegava che la difterite sarebbe scomparsa anche senza vaccini.
A marzo 2017, i deputati grillini in commissione Affari sociali e il presidente del gruppo Camera, Andrea Cecconi, avevano chiesto al ministro Lorenzin di escludere “che i casi (di morbillo, ndr) che stanno avvenendo in questi giorni siano discordanti rispetto al ciclo dei picchi di questa malattia”. I parlamentari citavano i dati degli anni precedenti pubblicati sul sito del ministero dove si spiegava che il morbillo è una malattia che presenta “picchi epidemici ogni 3-4 anni”, per smentire la presenza di un'epidemia di morbillo. La risposta venne dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Ranieri Guerra: “Dire che è normale che si generino epidemie di morbillo in cicli pluriennali è una sciocchezza. Nessuna epidemia dovrebbe manifestarsi al raggiungimento delle soglie di copertura indicate dal piano nazionale. Quanto sta accadendo è dovuto all'abbassamento delle stesse. Non c'è che un modo per prevenirle, ed è vaccinarsi tutti”. Un mese dopo i consiglieri Cinque stelle del Consiglio regionale pugliese hanno invitato rappresentanti antivaccinisti alle audizioni sulla legge in discussione per “controbilanciare in maniera opportuna” il precedente intervento della senatrice a vita Elena Cattaneo, farmacologa di fama internazionale, che ribadiva l’efficacia dell'immunizzazione. Avanzando col rewind, anche l'allora deputata della commissione Sanità Paola Taverna a Piazza Pulita del 22 ottobre 2015, spiegava: “C'è una sentenza che sostiene che il vaccino può causare l'autismo".
Ma dopo il lungo tira e molla del M5s per asfaltare la legge Lorenzin già nel decreto Milleproroghe, ha vinto la posizione meno intransigente del ministro Grillo contro quella, ad esempio, della stessa Paola Taverna, ora vicepresidente del Senato. Che diceva quando faceva la barricadera no vax: “Da piccoli ci immunizzavamo andando in processione dai cugini malati”. Ora ha gettato la spugna sulla battaglia contro l’obbligo e ha detto che non si occuperà più di vaccinazioni: “Considero concluso il mio impegno con il deposito nella scorsa legislatura della proposta di legge a mia prima firma. Questo è il mio ultimo intervento in materia”. La palla passa a Giulia Grillo, che per lo meno non hai mai esaltato i morbillo-party. Per capire come mai il governo gialloverde abbia deciso per questo cambio di rotta sui vaccini, potrebbe servire rileggere un retroscena di Federico Capurso sulla Stampa: “Lo staff leghista e quello pentastellato che monitorano gli umori del web avevano messo in guardia i vertici: 'Il tema vaccini attira troppe critiche. Per questo, l'emendamento deve saltare'”.
“La vita ti mette di fronte a scelte importanti, nelle quali sei solo tu a dover decidere da che parte andare”. L’8 settembre anche Davide Barillari, consigliere regionale grillino alla regione Lazio, sembra voler fare un passo indietro, con un post su Facebook. Il partito di Di Maio di recente lo aveva scaricato a causa dell’assurda proposta di legge sui vaccini che prevedeva la quarantena per i bambini vaccinati. Nel suo sfogo, Barillari rende pubblico il suo disagio all’interno del M5s: “Voglio uscire dalla gabbia dorata”. Una decina di giorni dopo ci ripensa: rimarrà in gabbia, alla ricerca dei “valori fondanti e originali del Movimento”. Chissà, magari anche un ritorno ai bei tempi in cui le tesi no vax erano rilanciate sul Sacro Blog.