Salvini vuole i bambini non vaccinati a scuola. I grillini si inchinano, i presidi resistono
Il vicepremier chiede un decreto per “evitare traumi ai piccoli” senza profilassi. “Accogliamo la richiesta”, dice il ministro della Salute (M5s). La provocazione di Burioni: “E chi guida ubriaco e ha il trauma di essere escluso dalle autostrade?”
Roma. Mentre una ricerca danese, condotta su oltre 600 mila bambini, dimostra ancora una volta come statisticamente non ci sia relazione tra vaccinazioni e autismo (la regina delle bufale no vax), in Italia il tema vaccini continua a suscitare polemiche. Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini oggi ha scritto una lettera al ministro della Salute, Giulia Grillo, in cui chiede un decreto legge per consentire ai bambini non vaccinati delle scuole di infanzia da 0-6 anni di rimanere a scuola. “L'intento del procedimento – scrive il responsabile del Viminale – è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell'infanzia, evitandone l'allontanamento e la decadenza dalle liste scolastiche, essendo ormai giunti alla conclusione dell'anno”. Per Salvini è necessario “evitare traumi ai più piccoli” e quindi bisogna “prevedere il differimento degli obblighi in scadenza al 10 marzo contenuti nella legge Lorenzin”, che ha reso obbligatoria la vaccinazione per l'accesso alle scuole.
Da parte sua, il ministro della Salute – che pure si era opposto alle istanze più decisamente antivacciniste anche all'interno del proprio partito – ora pare fornire una sponda al Viminale: “Accogliamo la richiesta di Salvini, nel senso che c'è un contratto che noi stiamo rispettando: una legge è in discussione proprio in queste ore al Senato, e sono convinta che in brevissimo tempo, probabilmente entro aprile, riusciremo ad approvarla anche alla Camera. Avremo un nuovo testo che supererà la legge Lorenzin. L'intento è comune”.
Ma i presidi non ci stanno: “Il problema è che non ci occupiamo mai dai bambini che non possono vaccinarsi”, dice il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. “È giusto preoccuparsi di non traumatizzare i bambini ma si continua a non tener conto dei più fragili, di chi non si può vaccinare, di chi sarebbe a rischio se si consentisse, per motivi ideologici, a chi non è vaccinato di frequentare la stessa scuola. Non ci possono essere bambini di serie A e bambini di serie B. Chi pensa al trauma di chi non può vaccinarsi? C'è già stato un differimento dell'obbligo di vaccinazione per far fronte al caos che si era creato. Ora chi si doveva vaccinare lo deve fare. La legge è fatta per tutelare tutti. Occorre pensare a chi per i più svariati motivi non può vaccinarsi. La legge va rispettata”.
Una posizione che trova autorevoli sostenitori. Il docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano si chiede “ai bambini che hanno meno di un anno e sono troppo piccoli per essere vaccinati contro il morbillo, ma sono la fascia d'età a maggiore incidenza, e ai bambini immunodepressi che non possono vaccinarsi, chi ci pensa? Dei traumi di questi bimbi che rischiano di morire, chi si fa carico?”. Una linea comune a quella del virologo Roberto Burioni, nemico giurato dei no vax, che su Facebook spiega che “non possiamo mettere in pericolo la vita” di chi non si può vaccinare “per garantire ai genitori ignoranti ed egoisti di non vaccinare i propri figli seguendo bugie e superstizioni insensate e pericolose. Mi stupisco di Salvini: vuole davvero assecondare il peggio del nostro paese per pochi voti? Perché non sente uno dei tanti medici leghisti e capaci prima di uscirsene con simili sparate?”. E su Twitter incalza: “Speriamo che il ministro dell'Interno non abbia lo stesso atteggiamento nei confronti di chi guida ubriaco e ha il trauma di essere escluso dalle autostrade. Ma chi deve avere a cuore la sicurezza dei più deboli, se non lui?”.
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