Nella proposta gialloverde sui vaccini l'obbligo non sparisce (forse)
Il ddl 770 discusso in commissione Sanità del Senato permette di rendere obbligatorie le vaccinazioni la cui copertura risulti sotto la soglia di sicurezza. Ad oggi resterebbe in piedi in tutta Italia
Nel contratto del “governo del cambiamento” è scritto chiaro: obiettivo comune dei gialloverdi è il superamento del decreto Lorenzin, ora legge numero 119 del 2017 (quella che prevede l'obbligo dei vaccini, per intenderci). La maggioranza parla di tutela della salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali, ma vuole affrontare al contempo il tema del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e quello alla salute. E dice di voler tutelare i bambini che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale restando fuori da scuole e asili. Questo, grosso modo, è il tema di un disegno di legge depositato in Senato. Si tratta del ddl 770, una proposta a prima firma dei senatori grillini Patuanelli, Castellone, Sileri e dei leghisti Romeo e Fregolent.
La discussione del ddl sta entrando nel vivo. Proprio oggi in commissione Sanità al Senato è proseguito l’esame degli emendamenti, ancora in fase referente: per il momento, la commissione prepara i documenti che poi saranno trasmessi in assemblea per il voto. La proposta dei senatori, nelle scorse settimane, ha fatto discutere. Dopo il caso del neonato morto di pertosse, l'onorevole pentastellato Giorgio Trizzino, medico, ha attaccato: “Non sarò mai complice per una morte che potrebbe essere evitata grazie all’utilizzo dei vaccini!”. Anche la sua collega di partito Elena Fattori, che vuole accreditarsi presso la comunità scientifica come referente affidabile in Parlamento, ha chiesto il ritiro dell’emendamento che cancella l’obbligo di certificazione vaccinale per l’ingresso a scuola. Dall'altra parte della barricata c'è la comunità no vax, negli anni scorsi spesso blandita dal M5s, che non sembra molto contenta del testo. Il Comitato Libertà di Scelta, ad esempio, sostiene che il ddl 770 non sia “un reale superamento della cosiddetta legge Lorenzin ma ne rimodula semplicemente le disposizioni di applicazione”.
Che cosa dice il disegno di legge? Se da una parte è prevista la cancellazione dell’obbligo e delle sanzioni, l'articolo 5 introduce però la possibilità di attuare piani straordinari di intervento se verranno rilevate “emergenze sanitarie o compromissione dell’immunità di gruppo”. Pensare di intervenire con metodi di prevenzione (i vaccini) solo una volta che è già in corso un'emergenza ricorda tanto quel detto sulla stalla chiusa e sui buoi in fuga. Ma d'altro canto, se dovessimo prendere alla lettera il progetto oggi disponibile, c'è anche un barlume di buon senso: le autorità preposte potrebbero rendere di nuovo obbligatorie le vaccinazioni la cui copertura risulti sotto la soglia di sicurezza, con tanto di sanzioni e obbligo di certificazione per l’ingresso nelle scuole.
È vero, per ora le anagrafi vaccinali latitano e gli obiettivi di sicurezza sono fissati nel vecchio Piano nazionale vaccini che è destinato a finire in un cassetto, superato da quello nuovo previsto dal ddl. Ma, allo stato dell'arte, praticamente nessuna regione raggiunge gli obiettivi di copertura (attualmente fissata al 95 per cento) per tutti i dieci vaccini oggi obbligatori. Cosa significa? Usando i dati sulle coperture vaccinali del ministero della Salute, QuotidianoSanità ha preparato una simulazione di ciò che potrebbe accadere nelle diverse regioni italiane se il ddl 770 venisse approvato così com'è: “Si andrebbe paradossalmente a verificare, seppur a macchia di leopardo, un'ulteriore stretta rispetto a quanto previsto dall'attuale normativa”, scrive la testata online. Insomma, in maniera diversa da una regione all'altra e in alcuni casi magari solo per pochi vaccini, ma l'obbligo e le sanzioni potrebbero restare in piedi in tutta Italia. Cosa ne pensano i no vax è facile da immaginare, anche senza infilarsi nel vespaio dei commenti sotto l'articolo di Qs e sui social network. Rimane il dubbio – e il timore – che i senatori gialloverdi possano cedere alle manganellate virtuali degli antivaccinisti e fare sparire anche quest'ultima tutela residua.
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