Chiuso un altro asilo no vax. La mappa delle scuole fantasma che piacciono agli antivaccinisti
A gestire la materna abusiva di Villacidro, in Sardegna, era un'associazione sportiva che la faceva figurare come capanno degli attrezzi. “Un’attività totalmente illegale”, spiegano i Nas. Ma non è un caso isolato
Un uomo di 38 anni e una donna di 54 sono stati denunciati per aver aperto un asilo abusivo nel quale alcuni genitori no vax avevano deciso di portare i propri figli. La scuola materna era stata organizzata in una villetta in mezzo alla campagna nella località “Su Suergiu” di Villacidro, a 60 chilometri da Cagliari. Ai due segnalati viene contestata la mancata autorizzazione necessaria per le strutture educative per la prima infanzia, spiega l'Unione Sarda, e il sindaco Marta Cabriolu ha emesso un'ordinanza di chiusura immediata. A gestire l'asilo era un'associazione sportiva che lo faceva figurare come capanno degli attrezzi. La casetta era ancora da rifinire, accanto a un magazzino per macchinari agricoli. All'interno, i carabinieri del Nas hanno scoperto – grazie a qualche segnalazione anonima e dopo alcuni giorni di appostamenti – alcune aule, una piccola cucina non ancora funzionante e la sala per il riposo. Oltre a due maestre e una ventina di bambini dai tre ai sei anni. Sono intervenuti anche i servizi sociali del comune, che hanno appurato la totale mancanza dei requisiti per l'avvio di una struttura scolastica. Del resto, da nessuna parte si parlava di scuola ma i titolari lo definivano un “gruppo gioco”. L'organizzazione della struttura era molto simile a quella di una scuola materna, con attività quotidiane, ingressi mattina e pomeriggio. L'inizio dell'attività, secondo i militari, coincideva con l'inizio dell'anno scolastico ufficiale. La “scuola” non era pubblicizzata sui social network: l’ultimo appuntamento risale a febbraio con un seminario sulla pedagogia steineriana. Eppure, tramite passaparola, la voce si era diffusa fra i genitori che non vogliono fare vaccinare i figli come invece prevede la legge Lorenzin.
“I bambini non avevano mai avuto il vaccino e alcuni non avevano fatto il necessario richiamo”, ha spiegato alla Stampa il comandante del Nucleo antisofisticazioni di Cagliari, Davide Colajanni. “Per la questione dell’obbligo vaccinale si giocava sull’equivoco: la struttura non era tecnicamente una scuola, perché non aveva quel tipo di licenza, e per questo nessuno pretendeva che i bambini fossero vaccinati. Peccato, però, che si trattasse di un’attività totalmente illegale. La struttura era priva di ogni tipo di concessione. Mancavano le autorizzazioni per l’inizio dell’attività, quelle sanitarie e quelle sulla sicurezza. Ora stiamo verificando anche la posizione delle maestre, ma da quello che abbiamo già appurato sembra che una delle due non avesse nessun titolo per svolgere quel tipo di attività”.
I no vax e gli asili “fantasma”. Gli altri casi
Ma il caso del Cagliaritano non è il primo (e non sarà l'ultimo). Una struttura simile, con dodici bambini, era nata nei dintorni di Imola a febbraio. Nessun permesso, stabile inadeguato, carenze igienico-sanitarie e violazione degli obblighi vaccinali. In quel caso l'asilo era camuffato da campo estivo, con tanto di segnalazione certificata di inizio attività inviata al comune dall'associazione che lo gestiva. Il periodo indicato risultava però escludere proprio l’estate: da settembre a giugno, giusto i mesi coincidenti con la pausa scolastica.
A marzo in Trentino c'è stato il caso, sollevato dal consigliere provinciale del Pd Alessandro Olivi, dei finanziamenti pubblici a scuole per l'infanzia private che non rispettano la normativa sui vaccini. Olivi ha depositato un'interrogazione alla giunta provinciale, dopo una serie di segnalazioni circa la presenza di bambini non vaccinati in “una scuola dell'infanzia ad indirizzo steineriano attiva in Vallagarina”, riconosciuta e finanziata dalla provincia di Trento. In questo caso l'asilo lo era a tutti gli effetti, ma la questione è se l'abilitazione e il finanziamento da parte della provincia di scuole dell'infanzia paritarie assoggetta o meno queste ultime al rispetto delle normative previste per le scuole pubbliche, anche in materia di vaccini.
In aprile a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, è stato chiuso quello che si teme essere un altro asilo no vax. In quel caso c'erano sei bambini, tutti figli di italiani, risultati “non in regola con la legge sull’obbligo vaccinale”, come ha dichiarato una fonte dell'Asl al Corriere fiorentino. “Nei locali è stata riscontrata la presenza di escrementi di topo e critiche condizioni igieniche, oltre alla presenza di cibo avariato”, ha spiegato il sindaco Paolo Omoboni.
Un mese fa, Linkiesta ha pubblicato un approfondito reportage dalle Marche, dove è nata “una realtà completamente autonoma, che non ha assunto nessuna forma giuridica”, come ha spiegato al giornale online una mamma di un comune della costa marchigiana, dove un anno fa una decina di famiglie ha deciso di non mandare alla scuola materna i loro figli per aprire quella che definiscono una “comunità”. “Come la nostra ci sono altre realtà simili in tutte le Marche”, ha spiegato la donna.
I numeri dei no vax
Secondo un’indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità, come riportato da Repubblica il 14 marzo scorso, la percentuale di genitori antivaccinisti non raggiunge l’1 per cento, quella dei favorevoli è dell’84 per cento. Il 15 per cento sono indecisi e sono proprio loro quelli da “riuscire a persuadere”, ha spiegato Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene e medicina preventiva all'università di Pisa. “Senza di loro non si raggiunge l'immunità di gregge”.
La legge Lorenzin, entrata in vigore nel 2017, è riuscita nell'obiettivo di alzare le coperture vaccinali in Italia. Secondo gli esperti del ministero della Salute, confrontando i primi sei mesi del 2018 con i dati al 31 dicembre 2017, in diversi casi è stato raggiunto e superato il 95 per cento, la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità per la cosiddetta “immunità di gregge”. Una rilevazione di medio termine effettuata dal ministero mostra che per l’esavalente (il vaccino contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B e influenza di tipo B) 13 regioni sono oltre la soglia di sicurezza. Sono ancora scoperte le roccaforti no vax: la provincia autonoma di Bolzano, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Sicilia. Sfiorano il limite le Marche, che toccano il 94,47 per cento di copertura. Ma la legge sull’obbligo ha fatto da traino anche a vaccini solo “raccomandati”, tutti con coperture in aumento. L'Italia è però tra i dieci paesi d'Europa in cui “il morbillo è endemico”, ha rilevato un report sulle coperture vaccinali pubblicato a fine aprile dall'Istituto superiore di sanità (Iss), in occasione della Settimana europea dell'immunizzazione 2019.