Stop ai certificati, in vigore l'anagrafe vaccinale
Miur e ministero della Salute annullano la scadenza del 10 luglio per consegnare le certificazioni: il nuovo sistema fa dialogare in automatico le Asl e gli istituti scolastici
Cambiano le regole per le certificazioni vaccinali. Un comunicato congiunto pubblicato il 6 luglio dal ministero della Salute e dal Miur spiega che rimane l'obbligo di sottoporre i bambini alle vaccinazioni obbligatorie ma cade la data del 10 luglio come termine per presentare alle scuole il certificato necessario all'iscrizione all'anno successivo (2019/2020).
Tramite l'anagrafe vaccinale, prevista dalla legge Lorenzin e istituita con decreto ministeriale del 18 settembre scorso dall'attuale ministro della salute Giulia Grillo, il sistema riceve automaticamente le informazioni dall'Asl e le comunica agli istituti scolastici. Unica eccezione è rappresentata per ora dalle provincie autonome di Trento e Bolzano, il cui allineamento tecnico è previsto in tempi brevi.
“Grazie all’Anagrafe vaccinale – scrivono Miur e Salute – le situazioni irregolari sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori”. La documentazione cartacea sarà necessaria solo in casi eccezionali di guasti nel sistema o di sospette dichiarazioni illecite da parte dei genitori.
La normativa in vigore (legge 119/2017) promossa come decreto legge dall'ex Ministro della Salute Beatrice Lorenzin prevede l'obbligo della vaccinazione per le iscrizioni all'asilo nido, alla scuola materna, alle scuole elementari, alle scuole medie e per i primi due anni delle superiori, fino ai 16 anni. I bambini da 0 a 6 anni non in regola con le vaccinazioni non possono accedere agli asili nido e alle scuole dell'infanzia; i bambini e ragazzi nella fascia d'età da 6 a 16 anni, invece, potranno entrare a scuola. In entrambi i casi, se i genitori si rifiuteranno di far vaccinare i figli dopo essere sollecitati dalla scuola e dall'Asl, incorreranno in sanzioni pecuniarie previste che vanno da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro.