No vax, no school
Si torna a scuola: a Rimini 27 bimbi fuori dagli asili, altri 700 a rischio in Toscana. Intanto un nuovo report Aifa ribadisce la sicurezza dei vaccini
Roma. Con l’arrivo dell’estate era tornata, immancabile, la tiritera sulle regole da seguire nelle ore più calde (evitarle), sulla frutta fresca (abbondare), sull’acqua minerale (assumerne a litri). Ora invece, con il lento avvicinamento all’autunno e quindi all’inizio dell’anno scolastico, ci troveremo di nuovo con le notizie stagionali sul rincaro dei libri e della cartoleria, sui primi scioperi e – la polemica periodica più temibile di tutti – sui genitori No vax.
A Rimini, nella riottosa Romagna, dove l’antivaccinismo ha attecchito con forza, le scaramucce per l’ammissione a scuola dei bambini non vaccinati hanno già ripreso vigore. Lunedì scorso i vigili hanno consegnato 27 lettere per notificare ad altrettante famiglie No vax – che non intendono rispettare la legge Lorenzin – che i loro figli non saranno accettati negli asili nido e nelle materne comunali (i posti liberi saranno riassegnati secondo la graduatoria). La Giunta guidata dal sindaco Andrea Gnassi ha puntato molto sulla campagna vaccinista ed è stata tra le prime ad adottare le sanzioni per chi vìola la legge Lorenzin. Molti non hanno gradito il rigore del sindaco, che sui social è diventato obiettivo di qualche minaccia di morte. D’altra parte, Gnassi è riuscito a dimezzare il numero di minori non in regola. Secondo l’Asl sono ancora parecchi, più di 3.400 nell’intera provincia, ma nel 2017 – prima dell’introduzione dell’obbligo – erano 7.200.
Anche in Toscana le Aziende sanitarie locali hanno segnalato “oltre 700 bambini non vaccinati nell’area fiorentina”. Nella maggioranza dei casi il problema è il rifiuto della profilassi. Ci sono però anche difficoltà nel monitoraggio o nel passaggio dei dati tra sistemi informatici.
Tra marzo e luglio, infatti, le scuole e le Asl hanno incrociato gli elenchi degli iscritti e i dati delle anagrafi vaccinali per stilare l’elenco dei minori esonerati dall’immunizzazione e di quelli vaccinati o meno, invitando poi le famiglie a mettersi in regola. Per l’anno scolastico 2019-2020 entrano in vigore le semplificazioni del decreto Lorenzin: siccome le Asl trasmettono direttamente alle scuole i dati informatizzati, non è più necessario per le famiglie presentare la documentazione, salvo esplicita richiesta. Nonostante diversi tentativi del governo gialloverde di abolirlo, l’obbligo resta in sostanza valido. Per i bambini da zero a sei anni che non risultano in regola l’iscrizione alle scuole dell’infanzia si considera decaduta. Per tutte le altre scuole, invece, sono previste solo multe dai 100 ai 500 euro in base alle inadempienze.
A fine luglio intanto, è stato pubblicato un nuovo rapporto dell’Aifa che conferma – per l’ennesima volta – la sicurezza dei vaccini disponibili: la frequenza in Italia delle segnalazioni relative a reazioni avverse gravi correlabili ai vaccini è di 3 eventi ogni centomila dosi, spiega l’Agenzia italiana del farmaco. In altre parole, ogni centomila iniezioni ci sono solo tre casi in cui sono stati segnalati effetti indesiderati, che per altro “sono tutti noti e, quindi, già riportati nelle informazioni sul prodotto dei vaccini autorizzati in Italia”. Dall’analisi dei dati nazionali “non sono emerse informazioni che possano influenzare il rapporto beneficio-rischio per le varie tipologie di vaccino correntemente utilizzate, confermando quindi la loro sicurezza”.
“Da una parte – spiega nel report Vittorio Demicheli, il presidente del National Immunization Technical Advisory Group – chi è pregiudizialmente contrario alimenta facilmente le paure sugli eventi avversi gravi, come l’autismo, che la ricerca ha dimostrato non essere correlato ai vaccini. Dall’altra, alcuni paladini mediatici delle vaccinazioni le difendono con argomentazioni ideologiche o morali. I solidi dati del nostro sistema di vigilanza mostrano che i vaccini, come tutti i medicinali, non sono esenti da rischi, ma che questi sono di gran lunga inferiori ai rischi legati alle malattie che i vaccini efficacemente prevengono”. Il caso del riminese è esemplare: fanalino di coda in regione per il numero di bambini vaccinati, quest’inverno nella provincia si è registrata un’epidemia di morbillo con una quarantina di malati.
Trattamenti farmacologici
Anche l'Italia si sveglia e frena sull'uso dei bloccanti della pubertà
Rapporti alla mano /22