Chiudere scuole, attività produttive, manifestazioni di massa? Tenerle aperte o riaprirle? C’è chi ha studiato fino a che punto vale la pena adottare certe misure per contenere un contagio. Si può tornare alla normalità, ma senza fretta
Il virus rischia di provocare un fenomeno di rigetto, almeno per quanto si legge su alcuni articoli di giornale e si sente dalle dichiarazioni di alcuni politici. È passata più di una settimana da quando è stato scoperto il focolaio epidemico dell’ospedale di Codogno e, dopo aver vissuto una fase comprensibile di smarrimento e paura, il nord del paese spinge ora per il ritorno alla normalità. Lo fa in particolare il settore produttivo, che soffre le regole imposte per il contenimento della diffusione del coronavirus, anche se gli effetti economici, secondo i casi storici di epidemie, sembrano ripercuotersi nel breve periodo e terminare entro un anno o poco più. Ma il rischio è tornare alla normalità troppo in fretta, senza aver ancora debellato il virus. La scienza sconsiglia infatti passi di questo tipo: i danni economici potrebbero essere ancora più alti rispetto alle limitazioni di oggi.
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