L'emergenza Covid-19 suggerisce che i blocchi del traffico non funzionano
Tutti restano a casa e le auto in circolazione sono in calo, ma la qualità dell'aria non migliora. Nella settimana del lockdown, i dati Arpa registrano su Roma una concentrazione di Pm10 superiore all'anno scorso
In questi giorni di incredibile silenzio in città, in cui vige la regola di restare a casa per preservare la salute di tutti, il traffico delle automobili è praticamente scomparso. Dare uno sguardo su Google Maps può rendere bene l'idea: abituati a strade colorate di rosso intenso, oggi le mappe delle città italiane sono diventate all'improvviso verdi. Un verde che da più parti è stato indicato come dato positivo dal punto di vista ambientale, nonostante sia l'effetto collaterale della più grave crisi sanitaria, economica e sociale del nuovo millennio.
“Finalmente la Terra respira”, si legge a corredo delle immagini riprese dal satellite dell'Agenzia Spaziale Europea che mostrano la progressiva riduzione delle emissioni di diossido di azoto in Italia e in Europa da gennaio all'11 marzo. Ma se si stringe un po' lo sguardo sulle aree urbane e si controllano i numeri che descrivono la qualità dell'aria, ci si accorge però che il forte rallentamento delle attività umane, tra cui i trasporti, non incide come ci si aspetterebbe sull'inquinamento atmosferico locale. Se le emissioni hanno subito una brusca riduzione, non si può dire lo stesso della concentrazione di polveri sottili nell'aria.
Nella settimana che va dal 16 al 22 marzo, le tredici centraline dell'Arpa Lazio distribuite sul suolo romano hanno registrato dati del tutto simili a quelli delle settimane precedenti ai decreti che hanno introdotto il lockdown. Sono numeri al di sotto dei valori massimi – ad eccezione del picco di particolato (Pm10) che si è registrato a Malagrotta il 21 marzo, pari a 96 ug/m3 – dunque abbastanza positivi, ma che non riflettono la riduzione del traffico che si è avuta negli stessi giorni.
Secondo i rilievi di Roma Servizi per la Mobilità, riportati dal sindaco Virginia Raggi in un post su Facebook, dal 5 al 21 marzo le auto in circolazione sono state costantemente in calo, con percentuali che arrivano a toccare fino al 67 per cento in meno rispetto a febbraio. La concentrazione di Pm10 è invece più o meno stabile, addirittura in aumento in alcune zone rispetto al 2019. Prendiamo la centralina Preneste, a est di Roma: qui il valore più basso della settimana è 20 ug/m3 e il più alto 45 ug/m3. Se facciamo un confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, nel corso della settimana che va dal 16 al 22 marzo 2019, la stessa centralina ha registrato valori compresi tra 17 e 42 ug/m3. Spostiamoci a Roma nord, su Corso Francia. Qui il minimo toccato nella scorsa settimana è pari a 20 ug/m3, contro il minimo dell'anno precedente pari a 17 ug/m3, e il massimo 34 ug/m3 contro 31 ug/m3 di marzo 2019.
Si obietterà che oltre alle emissioni dovute ai trasporti c'è da tenere presente il contributo del riscaldamento civile, anche se di solito in pochi ne tengono conto quando i valori ciclicamente sforano i massimi, a differenza di quanto accade con i motori diesel, puntualmente bloccati. Eppure ci si aspetta che anche le emissioni dovute al riscaldamento siano inferiori a uno scenario senza lockdown, vista la chiusura di uffici e attività commerciali. Resta la questione del manto stradale sporco, che come spesso è stato ripetuto da più fronti interferisce con la quantità di particolato rilevato nell'aria. Anche nel caso di riduzione del traffico, il Pm10 depositato per strada continua a essere risollevato dai veicoli in circolazione e per questo è utile aumentare i lavaggi stradali. Farlo mentre tutti restano a casa potrebbe essere una buona occasione di manutenzione, così da tenere basso l'inquinamento quando riprenderanno le attività.
Infine, come specifica l'Arpa, gli eventi di inquinamento atmosferico non sono solamente riconducibili a fenomeni locali ma rispondono anche al quadro meteorologico, perché sono sensibili alla pressione atmosferica, alla velocità e alla direzione del vento, alla temperatura e alla pioggia. Tuttavia i numeri relativi alla scorsa settimana dimostrano che un blocco del traffico non determina l'abbattimento delle polveri sottili nell'aria, neppure in un contesto così straordinario come quello che stiamo vivendo, che ha reso possibile un esperimento ben più significativo di quello che si può ottenere nel corso di una domenica ecologica. Un dato da tenere presente a futura memoria.
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