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Idee per un nuovo Servizio sanitario nazionale

Silvio Garattini

Via tutto il mondo dei burocrati che per giustificare la loro presenza devono complicare la vita a chi lavora e via libera a una fondazione che, non dovendo fare profitto, ha come fondamento la centralità dell’ammalato

Se mi fosse per incanto concesso di realizzare un sogno, vedrei il Servizio sanitario nazionale (Ssn) cambiato in questo modo. Via tutto il mondo dei burocrati che per giustificare la loro presenza devono complicare la vita a chi lavora. Non è più una struttura pubblica, sottoposta a mille divieti e regole spesso in contrasto fra di loro, ma una struttura diversa, una fondazione che può agire con i criteri dei privati, ma evidentemente, non dovendo fare profitto, ha come fondamento la centralità dell’ammalato. Ha una struttura molto semplice con un Consiglio di amministrazione, presente in permanenza in cui sono rappresentate le regioni, ridotte a una dozzina con analoga popolazione, e in aggiunta un gruppo di esperti che, raccolti in un centro studi, rappresentino altrettante aree di interesse per il Ssn.

 

Al momento le aree potrebbero includere quella per i prodotti diagnostici, una specie di Aifa semplificata per i trattamenti farmacologici, una per la riabilitazione, una per il management con riferimento a una Scuola superiore di sanità, che ha il compito di creare fra tutti i futuri dirigenti una cultura sanitaria comune basata sulla centralità del paziente, sulla prevenzione come base per la sostenibilità del Ssn e sul controllo del mercato della medicina, spesso in contrasto con le conoscenze scientifiche. Altre aree possono riguardare, ad esempio, l’intelligenza artificiale, la robotica, la telemedicina e l’informatica. Il centro studi è sostenuto dai vecchi Irccs, resi efficienti per assicurare la ricerca scientifica che è indispensabile per un’attività complessa come il Ssn. Gli Irccs possono essere pubblici o privati, ma legati comunque a organizzazioni non profit. Le regioni operano soprattutto per adeguare le direttive alle situazioni locali, garantendo a tutti i cittadini gli stessi livelli di assistenza e l’alta qualità di questa.

 

L’organizzazione deve mantenere un giusto equilibrio fra medicina del territorio e medicina ospedaliera. Tutti coloro che operano nel Ssn sono dipendenti, inclusi i medici di medicina generale (mmg). Gli mmg operano in gruppi e hanno in comune un numero definito di ammalati. Hanno strutture adeguate di segreteria, infermeria, informatica, analitica e di telemedicina. Hanno il compito di esercitare un filtro, per evitare che i pazienti finiscano in ospedale senza una reale necessità. Per raggiungere questo fine operano in due direzioni: anzitutto promuovendo principi di prevenzione, per migliorare i buoni stili di vita, che rappresentano la base per la sostenibilità del Ssn; e, in secondo luogo, occupandosi della cronicità e delle malattie che non richiedono ricovero ospedaliero.

 

La medicina ospedaliera consiste di strutture complesse con una numerosità che permetta di eseguire un numero di interventi adeguato a raggiungere una buona qualità dell’assistenza e una buona economicità del sistema in termini di personale e di strutture tecnologiche. I dipendenti del Ssn hanno un rapporto di esclusività e perciò non possono esercitare attività private, come la cosiddetta intramoenia. Gli stipendi devono essere comparabili a quelli degli altri paesi europei a parità di potere d’acquisto. Le strutture private con scopo di profitto vengono sostenute dal Ssn solo in caso di mancanza di posti letto nelle strutture pubbliche. La medicina ospedaliera tiene conto della mutata composizione della popolazione, che comporta un aumento degli anziani rispetto ai giovani: di fronte a pazienti affetti da polipatologie è bene che gli specialisti operino in gruppo sotto il coordinamento di un geriatra. Le malattie mentali devono avere una particolare attenzione che permetta di coordinare le attività sul territorio con quelle ospedaliere. I pronto soccorso rappresentano un ponte fra territorio e ospedale e sono caratterizzati dalla presenza di alte professionalità.

 

Medicina del territorio e medicina ospedaliera operano sulla base della evidenza scientifica, sorretta da una ricerca clinica e da una formazione e un’informazione che siano indipendenti. La formazione continua tiene conto dei rapidi cambiamenti della medicina. L’informazione indipendente vigila attivamente perché il mercato della medicina non abbia il sopravvento sulle conoscenze scientifiche. Il Ssn ha strutture e apparecchiature di riserva in “deposito”, per affrontare efficientemente eventuali emergenze regionali o nazionali. La medicina del Ssn è consapevole degli stretti rapporti che esistono fra salute e le condizioni socio-economiche della popolazione, la situazione ambientale e culturale.

Il sogno si può tramutare in realtà, basta volerlo.

  

*Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs