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editoriali

Chi si fida più dell'Oms?

Pasticci con gli asintomatici, le mascherine, la Cina. E’ l’ora della responsabilità

Durante un briefing con la stampa, ieri Maria Van Kerkhove, a capo del team tecnico per la risposta al coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha detto che la trasmissione del virus da parte degli asintomatici sembra “molto rara” e che non ci sarebbero ancora studi scientifici a riguardo. Poche ore dopo la Van Kerkhove è stata costretta a precisare, ha detto che le sue dichiarazioni sono state fraintese: secondo lei, dal punto di vista tecnico, quella della trasmissione dell’infezione da parte di chi non ha sviluppato i sintomi del Covid continua a essere una “domanda senza risposta”. La questione della trasmissione del nuovo coronavirus è molto complessa, bisogna distinguere tra pre-sintomatici e a-sintomatici, cioè quelli che sviluppano l’infezione e però non la malattia, e su di loro abbiamo effettivamente poche certezze scientifiche. Così come sulla carica virale degli asintomatici.

 

Il problema dell’Oms, però, è che questi tecnicismi sono difficili da capire per il grande pubblico, e una dichiarazione simile, presa da sola, rischia di smentire tutti i lockdown, gli sforzi di tracciamento, il metodo sudcoreano, insomma l’intero modello di risposta al Covid, che finora si è concentrato soprattutto sui “vettori inconsapevoli” del virus. E infatti larga parte della comunità scientifica ha di nuovo risposto all’Oms: non solo perché le evidenze scientifiche dimostrano che quelli che non hanno sintomi ma hanno il virus contagiano, ma anche perché “comunicare dati preliminari su aspetti fondamentali del virus senza contesto può avere un enorme impatto negativo sia sul pubblico sia sui rappresentanti politici”, ha scritto l’Harvard Global Health Institute in un comunicato. In pratica stiamo dando materiale ai negazionisti.

 

Già a gennaio l’Oms ha ritardato enormemente la comunicazione sulla trasmissione da uomo a uomo del virus. Poi ha sconsigliato l’uso delle mascherine, salvo poi consigliarle a tutti. L’Oms ha dovuto gestire per la prima volta un problema globale enorme, e non deve essere stato facile. Ma deve anche fare i conti con la sua credibilità – già intaccata dai rapporti con Pechino – e con la capacità di comunicare correttamente al pubblico e ai governi.

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