La carica dei No-mask

Dopo Stati Uniti e Berlino, la protesta arriva anche a Madrid. Nonostante l'aumento dei casi di coronavirus c'è chi manifesta contro l'uso delle mascherine

Non vacuna, no mascarilla. No al vaccino, no alla mascherina recita un cartello issato da una manifestante a Madrid, dove ieri si è protestato contro le uniche due misure di prevenzione che abbiamo a disposizione contro l'epidemia. La mascherina, in attesa della vaccinazione. C'erano una volta i No-vax. Oggi tirano di più i No-mask, tendenza trumpiana. Ma se negli Stati Uniti il presidente ha ammorbidito la sua ostilità all'uso delle mascherine per ridurre la trasmissione del coronavirus – a un certo punto l'ha addirittura definito un gesto patriottico – in altre nazioni quella linea “negazionista” è ancora un modello. Tanto che alla manifestazione di ieri a Madrid contro la “dittatura” della mascherina c'erano anche le bandiere blu del “Keep America Great”.

  

  

Da lunedì scorso, 10 agosto, a venerdì 14 i nuovi casi di Covid-19 in Spagna sono saliti in totale a più di 28 mila. Eppure ieri più di duemila tra teorici della cospirazione, libertari e oppositori delle vaccinazioni si sono riuniti a Plaza Colon, nel centro della capitale, per protestare contro l'uso obbligatorio dei dispositivi di protezione e le altre restrizioni imposte dal governo spagnolo per contenere la pandemia. 

  

  

La protesta di Madrid è stata lanciata, tra gli altri, anche dal cantante Miguel Bosé, che con un video postato su Twitter chiamava alla “resistenza”. Già a giungo scorso, con un lungo thread, l'artista ha fatto eco alle teorie del complotto che sostengono che il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, sia complice di un piano promosso da Bill Gates: approfittando delle notizie sul coronavirus, ai loro occhi una falsa pandemia, si vorrebbe impiantare un microchip attraverso un vaccino altrettanto fraudolento con cui controllare l'intera popolazione del pianeta. I partecipanti hanno firmato un manifesto “contro la falsa pandemia”, nel quale viene anche negata la possibilità di trasmissione del virus da parte degli asintomatici. “È il 5G che uccide la gente”, “vogliamo vedere il virus” o “la seconda ondata è un troll”, sono alcuni degli slogan intonati dai manifestanti. “Per 8mila anziani morti, l'economia di un paese si ferma”, ha gridato al megafono Carmen Polo, di Stop Confinement Spain, uno dei gruppi contro l'uso obbligatorio delle maschere. La giornalista Kiona Smith ad aprile aveva raccontato su Forbes che questo genere di proteste non sono nulla di nuovo: già nel gennaio 1919, durante la pandemia globale di Spagnola, la Anti-Mask League riunì qualche migliaio di persone a San Francisco per protestare contro le misure di prevenzione, prima tra tutte l’obbligo di indossare la mascherina in pubblico, che secondo loro stavano calpestando i diritti costituzionali. Suona familiare? Già a inizio mese, del resto, migliaia di No-vax, estremisti di destra e cospirazionisti avevano sfilato nel centro di Berlino per protestare contro le politiche della Cancelleria e presunti complotti delle multinazionali del farmaco. Anche in Germania – dove nonostante l'aumento di casi dell'ultima settimana rimane solo l'obbligo del distanziamento e quello di indossare la mascherina nei negozi o sui mezzi pubblici – la questione vaccini e in generale il tema della pandemia ha assunto connotazioni politiche.

   

 

Oggi José Manuel Franco, delegato del governo a Madrid – città che, secondo i dati ufficiali, ha quasi 75.000 casi confermati di coronavirus e 8.451 morti –, ha assicurato che il mancato uso della mascherina durante il sit-in sarà punito. “C'è sempre qualche insensato, in questo caso parecchi purtroppo, che non rispetta le regole, ma quello che voglio chiarire è che sarà sanzionato con la massima durezza che la legge ci consente”.

 

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